Croazia, armi illegali nelle case: sei milioni di proiettili riconsegnati alla polizia
La campagna per la restituzione in Croazia

Sono tantissime le persone che in Croazia hanno tenuto abusivamente in casa armi prese in consegna durante o dopo la guerra croato-serba degli anni Novanta. Per neutralizzare armi ed esplosivi, fin dal 2007 la Polizia croata e le Nazioni Unite - con il sostegno dal 2010 dell’Ue - hanno avviato la campagna “Meno armi – meno tragedie”, grazie alla quale da allora i cittadini croati hanno consegnato alle forze dell’ordine armi, esplosivi, proiettili e quant'altro detenevano.
La campagna, riattualizzata dalle due recenti stragi perpetrate in Serbia, mira a garantire la sicurezza dei cittadini e anche dei turisti. Aderire all'operazione è facile: basta comporre il numero telefonico 192 e una squadra di agenti si presenterà nella data abitazione, prelevando le armi. In questo modo alle persone interessate vengono garantiti anonimato e impunità. Se invece armi ed esplosivi vengono scoperti dalle forze dell'ordine, si rischiano carcere e multe.
In questa cornice, dal 2007 e fino al 31 dicembre 2021 - è l'ultimo dato aggiornato - in Croazia è stato consegnato materiale che avrebbe potuto armare un esercito o quasi: 15.809 bocche da fuoco, 337.435 tra bombe e mine, 5 milioni 949 mila 869 proiettili di vario calibro e 5.928 chili di esplosivo. Secondo gli esperti, ci sarebbe ancora nelle case un gran numero di pistole, fucili, mitra, bombe a mano, mine anticarro e antiuomo, micce, detonatori. È impossibile però tentare una quantificazione di questi “depositi” che però costituiscono una seria minaccia per la sicurezza dei cittadini, specie in quelle che 30 anni fa erano le zone belliche in Croazia, a partire da Slavonia, Dalmazia, Lika e l'area a sud di Zagabria.
Il conflitto aveva sì risparmiato l'Istria e il Quarnero, ma molti reduci istriani, fiumani e quarnerini – tornando dal fronte – avevano portato con sé quello che non dovevano portare. Un esempio? Solo dal 2016 al 2020, nel territorio di competenza della Questura istriana sono state restituite 437 armi da fuoco (31 automatiche), poco più di 32 mila proiettili e quasi 16 chili di esplosivo. Neanche il Quarnero è stato risparmiato: la settimana scorsa nei comuni di Lussinpiccolo, Fiume e Crikvenica ci sono state cinque consegne spontanee che hanno riguardato un fucile automatico, due pistole, altrettante bombe a mano e 342 pallottole.
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