Il premier croato Plenković mette in guardia: attenti con i prezzi o i turisti fuggiranno

Il Primo ministro alla seduta del Consiglio nazionale sul settore ricorda che il Paese sta perdendo competitività: «Serve prudenza»

Andrea Marsanich
Turisti a Rovigno (Lasorte)
Turisti a Rovigno (Lasorte)

Signori, avete esagerato e sarebbe oltremodo dannoso perseverare. È questo il senso del messaggio lanciato dal primo ministro della Croazia Andrej Plenković ai settori turistico, ristorativo e commerciale in merito al caro-prezzi, che nel Paese ha raggiunto picchi inimmaginabili anni fa e rischia di compromettere la prossima stagione turistica.

Il premier ha partecipato alla riunione del Consiglio nazionale per la gestione dello sviluppo turistico, mettendo in guardia gli addetti ai lavori sugli alti costi presenti nel comparto. «Bisogna darsi una calmata sui prezzi – ha dichiarato Plenković – il Paese sta perdendo terreno e competitività nei confronti di altri stati mediterranei, in primo luogo Spagna e Grecia, meno costose rispetto alla Croazia». «Se vogliamo mantenere il trend positivo in termini di risultati del turismo croato - così ancora il premier Plenković - si dovrà essere prudenti nello stabilire i prezzi: questi ultimi sono stati per anni un fattore che ha calamitato tantissimi visitatori stranieri, ma questo effetto sta purtroppo svanendo».

Plenković ha ricordato che le entrate dal turismo nel 2024 sono state inferiori del 10% rispetto al 2023, aggiungendo che «un tanto è da imputare ai costi proibitivi o quasi. Dunque vanno prese decisioni sagge, altrimenti le conseguenze non saranno piacevoli». Facendo presente che l’anno scorso gli arrivi sono stati 21 milioni e i pernottamenti 110 milioni (+4% e +1% su base annua), il premier si è detto certo che la Croazia ha ormai toccato pressoché il suo limite massimo. «Nonostante la stagione record – parole di Plenković – l’agosto scorso sono stati registrati un milione di posti letto vuoti, a conferma che l’offerta supera abbondantemente la domanda». Infine, Plenković ha ribadito che la strada migliore da percorrere sarà quella di trovare un equilibrio fra qualità dell’offerta, sostenibilità e prezzi concorrenziali.

Intanto però ogni giorno – specialmente nei fine settimana – decine di migliaia di cittadini croati vanno a fare la spesa oltreconfine, specie in Italia, Slovenia, anche in Ungheria e Bosnia, risparmiando in media - secondo le stime - il 30%.

Resta ora da vedere il comportamento dei turisti che arrivano da fuori Croazia, ben consapevoli che negli ultimi due-tre anni l’inflazione ha fatto passi da gigante nel Paese divenendo la più alta nei Paesi dell’Eurozona.

Un appello in questo senso è stato lanciato dal ministro del Turismo e sport, Tonči Glavina, che ha partecipato alla seduta che ha visto presente il premier: «Purtroppo nel triennio tra il 2022 e il 2024 la spesa necessaria in campo turistico e ristorativo è cresciuta da noi di un buon 50%, mentre altrove nel Mediterraneo è stata meno marcata. Ciò deve far riflettere gli operatori così da non veder sfumare tutto quanto di buono fatto negli ultimi decenni in questo settore che garantisce un quinto del prodotto interno lordo croato. Chi di dovere - così ancora Glavina - deve capire che la lievitazione dei prezzi deve affiancarsi al miglioramento della qualità dei servizi. Non siamo più concorrenziali come in passato e questo deve far riflettere».

Il direttore della Comunità turistica croata, Kristijan Staničić, ha asserito che rispetto al 2024 quest’anno la spesa per un’offerta turistica in Croazia comporterà un esborso del 10–15% in più. «Si dovrà prestare la massima attenzione a quanto succederà. La Croazia resta attraente per tutta una serie di motivi, ma il suo appeal sta diventando un po’ appannato. Stiamo attenti a non dovercene pentire». —

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