Da Pola a Ragusa: i Comuni croati che eliminano i fuochi di fine anno

FIUME È stata Lussinpiccolo, nel 2019, a dare il via a una iniziativa che sta prendendo sempre più piede in Croazia: quella dei Comuni che rinunciano allo spettacolo dei fuochi d'artificio nei veglioni di Capodanno all'aperto, rispondendo così agli appelli lanciati a più riprese negli anni dalle associazioni per la protezione degli animali, ma anche dai proprietari di animali domestici e da una buona parte dell’opinione pubblica.
Il fortissimo rumore degli scoppi ha infatti spesso conseguenze drammatiche per cani, gatti, uccellini e altri “pet” che restano terrorizzati dal fracasso della notte di San Silvestro, e talvolta riescono a fuggire di casa. E il discorso della paura per i rumori vale ovviamente anche per gli animali randagi e selvatici. A Lussinpiccolo, che è la più popolosa località della Croazia insulare con i suoi 7.500 abitanti, si sono così andate aggiungendo nel tempo Fiume, Abbazia, Rovigno e Albona. Da ultimo anche i comuni di Cherso, Parenzo, Crikvenica, Laurana, Cittanova, Clana (per restare nell’area dell’Istria e del Quarnero) e quelli dalmati di Zara, Castelli spalatini, Ragusa-Dubrovnik, Curzola, San Cassiano e Bol.
Anche Zagabria ha aderito all'iniziativa, imitata dal capoluogo della Slavonia, Osijek: in questo modo all’elenco delle grandi città della Croazia manca un solo nome ed è quello di Spalato. Quest’ultima amministrazione municipale si è finora opposta a istituire il divieto dei fuochi d'artificio nella notte fra il 31 dicembre e l'1 gennaio, anche se non sono mancate le proteste.
Fino a questo momento sono 44 le municipalità croate che hanno detto basta allo spettacolo pirotecnico: molte di esse donano il denaro che sarebbe servito per i fuochi d'artificio alle varie associazioni che si occupano di tutela degli animali. «Dopo decenni di appelli inutili a favore del benessere e della salute egli animali domestici e selvatici – annota Lorena Herceg dell'associazione Amici degli animali (Prijatelji životinja) – qualcosa finalmente si sta muovendo per il meglio. Nel Paese abbiamo 555 Comuni e 44 di essi hanno ascoltano le nostre richieste. Non sono tanti ma siamo usciti da un binario morto e la lista, ne sono convinta, è destinata ad allungarsi». Herceg si augura che la prossima mossa sia quella di permettere i petardi solo nella notte di Capodanno, e non più dal 27 dicembre all’1 gennaio come è finora: una modifica di legge che può essere dettata però solo da Zagabria.
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