Dai bitcoin a Washington: così si sviluppa Liberland il Paese che non c’è
Un «Ufficio di rappresentanza» negli Usa per la nazione autodichiarata dal cèco Vit Jedlicka su un’isoletta del Danubio fra Serbia e Croazia

A volte ritornano, o meglio, non se ne sono mai andati. E continuano alacremente a lavorare, più o meno nell’ombra, per lo stato che non c’è e probabilmente non ci sarà mai. Paese che risponde al nome di Liberland, micro nazione auto-dichiarata nel 2015 dal ceco Vit Jedlicka, non riconosciuta da nessuno Stato “vero”, localizzata su una isoletta sul Danubio, poco meno di sette chilometri quadrati di terra disabitata e fitta di alberi e sterpaglie, incuneata tra Serbia e Croazia.
La creazione
Liberland era stata creata – almeno sulla carta – dal libertario Jedlicka poco meno di un decennio fa, sfruttando una delle tante diatribe balcaniche ancora irrisolte, quella del confine fluviale tra Croazia e Serbia, ancora non deciso ufficialmente dai tempi delle ultime guerre balcaniche. L’isoletta è di fatto terra di nessuno, non reclamata da Belgrado. Viene vista come propria da Zagabria, che tuttavia non si spinge a compiere azioni clamorose, dato che dimostrare la sovranità su quella che sarebbe Liberland potrebbe costare alla Croazia terreni oggi ambiti sulla sponda serba.
Solo una boutade, quella di Jedlicka? Non proprio. La micro nazione immaginaria avrebbe infatti «aspetti legali e politici di uno Stato moderno, tra cui una Costituzione e un corpo di leggi», aveva rimarcato anni fa il Chicago Journal of International Law.
Un’isola-nazione viva
Comunque la si veda, Liberland è viva. È quanto suggeriscono le ultime mosse di Jedlicka. In una email girata alla stampa internazionale, il “padre” dell’isoletta-nazione ha infatti annunciato in questi giorni l’apertura «dell’Ufficio di rappresentanza di Liberland a Washington», in programma il 23 maggio: «pietra miliare», sostengono da Liberland, «per lo sviluppo delle relazioni internazionali» dello “Stato” tra Serbia e Croazia. Liberland nei mesi scorsi aveva annunciato anche altri passi ambiziosi, come un memorandum d’intesa con il Malawi, investimenti nella blockchain Aisland, partecipazioni a conferenze su Internet e bitcoin.
La realtà virtuale
E l’isoletta che non c’è esisterà almeno nella realtà virtuale. Dovrebbe infatti essere il primo “Stato” a essere rappresentato nel metaverso, con un design sviluppato addirittura da Zaha Hadid. Secondo le stime della stessa Liberland, lo staterello avrebbe 7.000 cittadini "approvati", e 70mila in lista d’attesa per diventare a tutti gli effetti “abitanti” della nazione libertaria e senza tasse.
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