Dall’Europa il primo sì a Romania e Bulgaria nello spazio Schengen

L’Austria ha revocato il veto: a partire dal 31 marzo saranno eliminati i controlli alle frontiere interne, anche se per ora soltanto marittime e aeree

Mauro Manzin
Il centro di Bucarest
Il centro di Bucarest

 TRIESTE È nata Air Schengen. No, non è una compagnia aerea ma dopo 12 anni di anticamera l’ingresso graduale di Romania e Bulgaria nell’area senza confini. Air Schengen, dicevamo, perché all’inizio sarà valida solamente per i passeggeri in arrivo in Romania e Bulgaria via aerea da altri Paesi Schengen. Il tutto partirà il 31 marzo.

I Paesi dell’Unione europea hanno dato all’unanimità via libera all’ingresso graduale di Bucarest e di Sofia nell’area di libera circolazione Schengen dopo che l’Austria, l’ultima nazione a opporsi all’accordo, ha revocato il proprio veto. La decisione implica che verranno eliminati i controlli alle frontiere interne - ma soltanto aeree e marittime - con questi due Paesi, che hanno aderito all’Ue nel 2007, con l’impegno a concordare in seguito la data di fine dei controlli anche sui confini di terra. Lo ha riferito per prima l’attuale presidenza spagnola nel suo ultimo del Consiglio dell’Ue visto che da ieri la presidenza passa al Belgio. «Congratulazioni ai cittadini di Romania e Bulgaria per l’estensione di Schengen ai passeggeri del trasporto marittimo e aereo», ha affermato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, attraverso il suo profilo su X. Michel ha sottolineato che si tratta di «un passo atteso da tempo affinché i cittadini rumeni e bulgari possano godere di una più facile libertà di movimento, con la prospettiva dei futuri trasporti terrestri». Fonti del ministero degli Interni spagnolo hanno definito «storico» l’accordo - che arriva dopo dodici anni di trattative - e hanno assicurato che si trattava di una delle priorità della presidenza spagnola del Consiglio dell’Ue concluso il 31 dicembre. Le fonti hanno anche sottolineato che la progressiva rimozione dei controlli alle frontiere interne di Bulgaria e Romania «rafforzerà ed espanderà» l’area europea di libera circolazione e faciliterà il movimento di milioni di persone, con «un impatto sociale ed economico molto positivo in tutta la regione». Di momento «storico» per Bulgaria e Romania ha parlato in una nota anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

L’Austria ha confermato dunque il ritiro del suo veto sull’accordo, già annunciato nei giorni precedenti dalla Romania e giovedì dalla Bulgaria. Il primo ministro rumeno, Marcel Ciolacu, aveva sottolineato i benedici per il porto di Costanza sul Mar Nero, e si era detto fiducioso che la piena adesione sarà stata negoziata nel 2024. Soddisfazione intanto anche per gli oltre 25mila rumeni residenti in Fvg e per i circa 860 bulgari (secondo dati Istat) che ora da Treviso o Venezia potranno volare nella loro terra d’origine senza barriere.

Sebbene la Commissione europea e il Parlamento europeo garantiscano da anni che Bulgaria e Romania, membri dell’Ue dal 2007, siano pronte a entrare in Schengen, l’Austria finora ne aveva bloccato l’ingresso permettendo il “sorpasso” da parte della Croazia. Il Trattato stabilisce l’abolizione dei controlli alle frontiere tra i suoi Stati membri, che attualmente coprono 4,3 milioni di chilometri quadrati e 423 milioni di cittadini di 27 Paesi europei (23 membri dell’Ue e 4 non membri dell’Ue).

Ricordiamo che l’accordo di Schengen, che prende il nome da una cittadina nel sud del Lussemburgo, è stato sottoscritto il 14 giugno 1985 dal granducato e da Olanda, Germania, Francia e Belgio, i cinque stati pionieri dello spazio di libera circolazione tra i Paesi europei. Ventotto anni dopo, il trattato è stato esteso a 29 paesi, tra cui Bulgaria e Romania. I 4 non Ue sono: Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. Restano fuori solo Irlanda e Cipro e sono esclusi dallo spazio i possedimenti d’oltremare dei Paesi Bassi, il Monte Athos in Grecia e la Groenlandia e le Isole Fær Øer, in Danimarca. Di fatto appartengono a Schengen i microstati di Monaco, San Marino e Vaticano. Inoltre, Cipro partecipa parzialmente, ma non è ancora membro a pieno titolo. L’atto costitutivo, come detto, avvenne il 14 giugno 1985, quando i governi di Lussemburgo, Olanda, Germania, Francia e Belgio firmarono un accordo nella cittadina sul fiume Mosella con l’obiettivo di abolire le frontiere interne e consentire lo libera circolazione delle persone e delle merci nei Paesi firmatari. Il veto di Vienna era dovuto dai troppi arrivi di clandestini sul suo territorio dall’area rumena e bulgara. Sofia e Bucarest si sono impegnate a controlli più ferrei da cui è caduto il “no” austriaco.

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