Doppia intesa Francia-Slovenia verso l'obiettivo di Krško 2

Stefano Giantin
La centrale nucleare slovena di Krsko
La centrale nucleare slovena di Krsko

Abboccamenti con la potenza nucleare per eccellenza in Europa, la Francia. E addirittura imprenditori di peso che si offrono per co-finanziare il nuovo reattore. Mentre si avvicina l'autunno e con esso l'atteso referendum consultivo su Krško 2, in Slovenia il tema della nuova centrale nucleare a Krško si sta riscaldando. E tante tessere del puzzle suggeriscono che, a Lubiana, c'è sempre più voglia di nucleare. Tessere come la firma di due accordi bilaterali di cooperazione tra Francia e Slovenia. Il più significativo, quello tra il colosso di Stato francese Edf – fra i giganti industriali che sarebbero in corsa per realizzare Krško 2 – e l'Istituto Jožef Stefan (Ijs), con un'intesa che prevede di lavorare sulla ricerca e lo sviluppo nella costruzione di nuovi reattori tradizionali e piccoli reattori modulari (Smr). Intesa che è importante perché è «parte di uno sviluppo strategico nella cooperazione tra Francia e Slovenia», ha spiegato l'alto papavero di Edf, Vakisasai Ramany.

L'obiettivo-chiave di Edf è infatti la creazione di un gran numero di «reattori» in Europa «sviluppati da Edf e dall'industria europea, quale risposta alle sfide di competitività, sicurezza energetica e sovranità» del Vecchio continente. E «la Slovenia è al centro di questa strategia», ha assicurato Ramany. Non è finita. La seconda intesa prevede infatti lo sviluppo di programmi accademici di alto livello sul nucleare tra l'Institut international de l'énergie nucléaire (I2en) e l'università di Maribor. Che sia questa la strada lo ha fatto capire anche l'ambasciatrice francese Levy, che ha sottolineato che la Francia «è pienamente impegnata al fianco della Slovenia per lo sviluppo del settore dell'energia nucleare», ma anche per l'accrescimento «delle competenze» necessarie a gestire un impianto.

Energia che non va vista con sospetto e «dobbiamo lavorare per garantire che tutte le industrie abbiano una cultura tecnica e di sicurezza così evoluta» come quella nucleare, il messaggio lanciato invece da Portorose, a una grande conferenza sul tema, presenti 230 esperti da 27 Paesi, da Luka Snoj, capo della Divisione sulla fisica dei reattori proprio all'Istituto Jožef Stefan. Krško 2 che è ora anche fra le priorità dell'imprenditoria, in Slovenia.

Lo ha ribadito ieri Tibor Šimonka, numero uno della Camera del commercio e dell'industria, alla Fiera Mos di Celje. Nel frattempo, si muove anche il mondo produttivo, che vuole «che lo Stato faciliti la partecipazione» di imprese «nel progetto e nell'investimento» per il secondo reattore, la richiesta di Igor Akrapovi?, fondatore dell'omonimo colosso di impianti di scarico ad alte prestazioni per auto e moto, affiancato da Jure Knez (azienda hi-tech Dewesoft) e da Radko Luzar (L-Tek). Akrapovi?, Knez e Luzar che hanno lanciato così l'iniziativa "Jek2", offrendo a Lubiana il 10-15% dei loro profitti annuali, da investire nella realizzazione di Krško 2 in cambio di sconti fiscali.

E un prezzo fisso dell'energia sul lungo periodo. Krško 2 che non fa gola solo a imprenditori sloveni e a Parigi. Il tema è infa tti sempre più presente sui media di quella Corea del Sud, patria della Khnp, che vorrebbe sfidare Edf per il reattore sloveno. E a Seul si evocano già un testa a testa e mosse diplomatiche come l'apertura di un'ambasciata sudcoreana a Lubiana. —

Riproduzione riservata © il Nord Est