Economia e geopolitica, l’alleanza fra Serbia e Cina
Dall’energia al commercio firmati 29 accordi dai presidenti Vučić e Xi

BELGRADIO Non solo legami sempre più stretti in economia, con uno storico accordo di libero scambio prossimo a entrare in vigore a luglio, ma anche un reciproco, pieno appoggio in politica estera. Leggi, per Belgrado «Taiwan è Cina», parola di Vučić. E per Pechino, di riflesso, il Kosovo sarà sempre Serbia, malgrado le pressioni di Ue e Usa per la “normalizzazione” dei rapporti con Pristina.
Legami, quelli tra Serbia e Cina, che sono stati ulteriormente rafforzati ieri in occasione della giornata-clou della tappa balcanica del primo viaggio in Europa post-Covid del presidente cinese Xi Jinping. E Belgrado, capitale di un Paese che tende comunque all’ingresso nella Ue ma coltiva la strategia del non allineamento, nell’occasione, si è trasformata in una piccola Pechino, tra bandiere cinesi e scritte in onore di Xi, accompagnato dalla first lady, Peng Liyuan. Oltre al tappeto rosso, un vero e proprio bagno di folla lo ha accolto davanti al maestoso Palata Srbije. Lì, migliaia di cittadini, molti condotti a Belgrado in autobus organizzati dalla profonda provincia serba, hanno applaudito il leader di Pechino, sventolando bandiere serbe e cinesi e urlando «Serbia, Cina».
«Cari concittadini, oggi facciamo la storia, ci ricorderemo questo giorno perché stiamo costruendo il futuro», ha dichiarato il presidente serbo Aleksandar Vučić, padrone di casa con accanto Xi. Vučić ha poi rimarcato davanti alla folla l’importanza per Belgrado dell’accordo di libero scambio con la Cina, che permetterà «ai nostri mirtilli e alle nostre prugne» di arrivare in Estremo Oriente, senza dazi. Seguiranno poi «mele, carne e vino». Ma non ci sono solo le relazioni commerciali. Per Belgrado, è fondamentale l’appoggio cinese all’Onu nella “battaglia” contro l’indipendenza del Kosovo. E allora da una parte «la Serbia dice che Taiwan è Cina», ha esclamato Vučić – con Xi visibilmente orgoglioso e soddisfatto ad applaudire – ricordando che, dall’altra, anche «Pechino sostiene la nostra integrità territoriale».
Pechino che è amico di lunga data. I cinesi «sono sempre stati con noi, anche 25 anni fa quando fummo bombardati e hanno perso alcuni loro connazionali a poca distanza da qui», un chiaro riferimento ai missili Nato che rasero al suolo proprio 25 anni fa l’ambasciata cinese a Belgrado. E Pechino non dimentica, non perdona e «non permetterà mai che una storia così tragica si ripeta», aveva assicurato lo stesso Xi “occupando” la prima pagina del quotidiano serbo Politika, in uno scritto autografo corredato da foto istituzionale, in stile comunismo reale.
«Viva l’amicizia» forte come «l’acciaio tra Serbia e Cina», ha ribadito da parte sua il leader serbo Vučić. Amicizia che si concretizza nell’economia. Vučić ha ringraziato Pechino per la «nostra crescita economica», ricordando ad esempio la resurrezione della siderurgia a Smederevo, grazie al gruppo cinese Hbis e l’espansione del gigante Zijin, nel comparto minerario, i «maggiori esportatori dalla Serbia», senza dimenticare «lo sviluppo delle infrastrutture». «Il nostro sogno era la ferrovia Belgrado-Budapest ed entro l’anno lo realizzeremo sul territorio della Serbia mentre i nostri amici ungheresi finiranno nel 2026». Ma «potrei parlare della nostra cooperazione per sei ore», ha aggiunto Vučić. E ieri la cooperazione economica – 5 i miliardi di investimenti cinesi in Serbia in un decennio – si è ulteriormente rinvigorita, con possibili investimenti sull’Expo 2027 a Belgrado, nel settore ferroviario e delle “auto volanti”. E con 29 nuovi accordi firmati, su turismo, commercio, ambiente, infrastrutture, economia digitale, sanità, energia e miniere.
Ciliegina sulla torta, una dichiarazione congiunta in cui si evoca una alleanza fra Serbia e Cina per un «futuro comune nella nuova era», la prima del genere a livello internazionale. «La Serbia diventa il primo Paese europeo col quale costruiremo una comunità per un futuro comune», ha affermato Xi. D’altronde, già oggi la Serbia è il «primo partner strategico» di Pechino nell’Europa centro-orientale, «possiamo fare grandi cose» insieme, ha assicurato il leader cinese. Che ha poi garantito che Pechino «lavorerà assieme alla Serbia per difendere i nostri interessi strategici» e ribadito che la «Cina appoggia la Serbia nella difesa della sua indipendenza e nel suo sviluppo».
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