Legge di stabilità, 18 milioni di euro in tre anni per esuli e comunità italiane

Già confermato il rifinanziamento per il triennio 2025-27. Il presidente Ui Tremul: «Dal governo grande attenzione»

Giorgia Pacino
Palazzo Modello, la casa degli italiani a Fiume
Palazzo Modello, la casa degli italiani a Fiume

Quest’anno non occorrerà un emendamento apposito per portare all’attenzione del Parlamento le richieste degli esuli e della comunità nazionale italiana in Istria e Dalmazia.

Il governo ha infatti già inserito in legge di stabilità un rifinanziamento complessivo di 6 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2025-2027 per interventi di sostegno agli esuli e alle minoranze italiane.

Nel dettaglio, 3 milioni di euro ogni anno sono destinati agli italiani di Croazia, Slovenia e Montenegro, come previsto dalla legge 73 del 2001, e 1 milione di euro l’anno per interventi culturali a favore delle minoranze italiane dell’ex Jugoslavia, ai sensi della legge 960 del 1982 ratificata dal Parlamento italiano dopo gli accordi di Osimo.

Altri 3 milioni di euro per ogni anno del triennio sono riconosciuti alle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati, nel rispetto della legge 72 del 2001. In totale, 18 milioni di euro fino al 2027.

Il rifinanziamento dovrà essere approvato da Camera e Senato, ma, rispetto agli scorsi anni, non occorrerà battagliare per inserire un emendamento ad hoc durante l’esame dell’aula.

«È un dato di grandissima portata politica», sottolinea Maurizio Tremul, presidente dell’Unione italiana. «Non servirà seguire la solita trafila degli emendamenti: è tutta un’altra cosa come approccio e come segnale politico. In passato – ricorda il presidente dell’Unione italiana – abbiamo lavorato molto perché venissero accolti gli emendamenti in finanziaria e siamo riusciti a inserirli ogni volta, ma c’era sempre il rischio che non passassero». La scelta del governo Meloni, invece, è per Tremul «un segno di grande attenzione» e «un segnale rivolto anche ai nostri Stati domiciliari. Vuol dire che all’Italia la nostra comunità sta molto a cuore. Questo ci sprona a lavorare ancora meglio e insieme, come un unico popolo diviso dalla storia».

L’appello alla “Nazione madre” era arrivato già a settembre, con una lettera inviata dallo stesso Tremul al ministro per gli Affari esteri, Antonio Tajani, in cui si auspicava l’incremento del finanziamento a 4 milioni di euro l’anno per potenziare le attività culturali, educative, editoriali e sociali che la comunità nazionale italiana porta avanti. Risorse che sostengono, tra le altre cose, le scuole, i dipartimenti universitari di italianistica di Pola, Fiume e Capodistria, la realizzazione dei programmi radiofonici in italiano, il Centro di ricerche storiche di Rovigno, il Dramma italiano di Fiume.

A ottobre la risposta del ministro, che si era detto “personalmente impegnato” perché venisse disposto il rifinanziamento delle leggi che sostengono economicamente la comunità italiana e gli esuli, in scadenza a fine 2024. Ora è arrivata la conferma, con uno stanziamento analogo a quello previsto per lo scorso triennio.

«Noi avevamo auspicato un aumento di questi mezzi», ammette Tremul. «Onestamente, alla luce dell’attuale congiuntura mondiale ed europea e della situazione economica italiana, mantenere l’esistente è uno straordinario risultato. Se fra qualche anno le condizioni e la congiuntura economica miglioreranno, speriamo di poter avere qualche risorsa in più».—

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