Finisce all’asta l’hotel Jugoslavija icona della Belgrado di Tito

Quando aprì, nel ’69, era ritenuto uno degli alberghi più grandi e belli del continente. Il prezzo: 27 milioni
Stefano Giantin

BELGRADO. A volte ritornano oppure non se ne sono in realtà mai andati. Sono simboli di un passato glorioso e continuano a far discutere l’opinione pubblica. In questi giorni a far parlare di sé è un colossale edificio, a Belgrado, che rimane sinonimo dell’epoca d’oro della Federazione a guida Josip Broz Tito.

Il maestoso hotel

È il maestoso hotel Jugoslavija di Belgrado, aperto nel 1969 e ai tempi classificato fra «i più grandi e belli» alberghi d’Europa, a visualizzare anche per turisti e politici stranieri in visita il successo della via jugoslava al Socialismo. Erano altri tempi, un altro mondo. Oggi, invece, hotel Jugoslavija fa rima con procedure di fallimento. Sono quelle che sono state lanciate dall’Agenzia serba per la supervisione delle bancarotte nei confronti della “Danube Riverside”, l’azienda, ex Alpe Adria Hotels, che si era aggiudicata l’albergo già nel 2006 e aveva promesso, senza successo, di rilanciarlo.

Albergo vuoto e abbandonato

Poco meno di vent’anni dopo allo Jugoslavija nulla è cambiato, con tre quarti dell’albergo desolatamente vuoto e abbandonato. E ora si aspettano nuovi compratori. Così se qualcuno ha in portafoglio almeno 27 milioni di euro, questo il prezzo di partenza, potrà presentarsi il mese prossimo a Belgrado per partecipare all’asta che sarà organizzata per trovare un padrone-investitore per quello che fu uno dei fiori all’occhiello della Jugoslavia socialista. E la storia e i numeri parlano chiaro. L’hotel Jugoslavja, la cui costruzione iniziò nel 1948 ma fu quasi subito stoppata per la crisi economica seguita alla rottura di Belgrado con Stalin, fu sinonimo di centinaia di stanze singole e doppie disposte su otto piani, 50 mila metri quadrati di spazi, otto ascensori, due ristoranti con quasi 800 posti a sedere, uffici, un casinò, negozi e boutique, un mega-lampadario Swarovski da 40 mila cristalli.

Lunga lista di ospiti illustri

E una lunga lista di ospiti illustri passati di lì, con gran invidia dei gestori di simili prestigiosi Grand hotel. Allo Jugoslavija, infatti, furono ospitati personaggi come la regina Elisabetta, durante il suo tour nei Balcani nel 1972. E proprio Elisabetta decise di organizzare nell’hotel il ricevimento per i rappresentanti diplomatici del Commonwealth, mentre nel 1975 il lusso fu riservato ai leader di una quarantina di partiti comunisti e socialisti europei.

Allo Jugoslavija pernottarono anche Richard Nixon e Jimmy Carter, oltre al Cancelliere tedesco Willy Brandt, Gheddafi e i massimi leader dei Non Allineati.

In hotel gli astronauti della Luna

Gli ospiti potenti

Sulla lista degli ospiti anche i tre astronauti che conquistarono la Luna, Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin, accolti come eroi in Jugoslavia nel 1969. Gli anni Ottanta furono quelli del primo declino, con lo Jugoslavija sempre più specchio di un Paese in disfacimento. Disfacimento che divenne poi sempre più rovinoso nei Novanta, quando l’albergo venne usato da Arkan per far riposare i suoi paramilitari-criminali, mentre nel 1999 i bombardamenti Nato danneggiarono gravemente parte dell’edificio. Nei Duemila, il declino è continuato, mentre si sono spente le speranze di una resurrezione della fenice dalle sue ceneri.

Il futuro dell’hotel

Le cose potrebbero cambiare in futuro, tra dubbi e controversie crescenti. Secondo i media serbi, infatti, il possibile acquirente dell’hotel potrebbe essere una grande società vicina alle autorità al potere. Che sarebbe intenzionata sì a modernizzare l’albergo, ma anche a costruire due mega-grattacieli alti 155 metri a fianco dell’hotel, che stravolgerebbero per sempre l’immagine storica dello Jugoslavija – o di come si chiamerà in futuro.

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