Giù il confine tra Croazia e Slovenia, i sindacati: «Ora pensiamo ai diritti dei lavoratori frontalieri»

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Il brindisi di venerdì al valico croato sloveno di Dragonja-Kastel
Il brindisi di venerdì al valico croato sloveno di Dragonja-Kastel

A brindare alla «svolta storica per il Friuli Venezia Giulia, il Litorale sloveno e l’Istria croata» sono stati, incontrandosi al valico croato-sloveno di Dragonja-Kastel, anche i sindacati italiani (Cgil, Cisl, Uil), sloveni (Zsss, Ks90) e croati (Sssh) riuniti nei due Consigli sindacali interregionali (Csir) Italo-Croato Alto Adriatico e Nord Est Fvg-Slovenia.

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Il ministro croato Goran Grlić-Radman alza la sbarra a Goričan; Croazia, primo gennaio. Foto Lapresse

Oltre a sottolineare «il momento storico della caduta dei confini tra i nostri Paesi e il ripristino dell’unità pacifica che questa area geografica perse oltre un secolo fa», Michele Berti, presidente del Csir Alto Adriatico e capo del Dipartimento internazionale Uil Fvg - ha richiamato l’attenzione «sulla semplificazione degli spostamenti quotidiani di cui beneficeranno i lavoratori frontalieri che si muovono nell’area a cavallo tra Italia, Slovenia e Croazia. Il venir meno dei controlli alla frontiera consentirà loro di raggiungere i rispettivi luoghi di lavoro in tempi ragionevoli e, soprattutto durante il periodo estivo, senza dover sottostare ad attese lunghe e pesanti».

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Il selfie a Sicciole. Foto Andrea Lasorte

E ora «è il momento di irrobustire e conformare alla normativa comunitaria quel quadro giuridico, ancora non sufficientemente implementato tra Italia, Slovenia e Croazia e quindi incerto e discriminatorio, che ancora troppo spesso non incoraggia l’emersione dal sommerso dei rapporti di lavoro di tali persone», ha concluso Berti.

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Secondo uno studio dell’Università di Trieste, oltre 10mila lavoratori frontalieri (croati, sloveni e austriaci) attraversano quotidianamente per lavoro i confini tra Fvg, Slovenia e Istria: «Il 90% - dice in una nota del Csir - lavora senza un contratto regolare». «Per entrare in area Schengen – dice il segretario istriano del sindacato croato Sssh, Slobodan Kapor - la Croazia ha modificato circa 75 leggi. Purtroppo nessuna riguardava la definizione dei diritti dei lavoratori frontalieri. Quindi auspichiamo che questo tema possa presto arrivare all’ordine del giorno tra Croazia, Slovenia e Italia».

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