Gli esuli tornano a Pola per ritrovare le origini Rose in omaggio alla foiba di Vines

In corso il raduno numero 66 con numerose iniziative che coinvolgono anche gli italiani residenti in Istria, compresa la partita di calcio

Valmer Cusma

POLA. Davvero ampia la fascia di età degli esuli da Pola che partecipano al 66.o raduno nazionale nella città di origine, iniziato l’altra sera all’albergo Park Plaza Belvedere a Medolino: si va dai 14 mesi di una bimba, discendente di esuli e accompagnata dall’intera famiglia, ai 97 anni di Carmen, madre della giornalista dell’Avvenire Lucia Bellaspiga. «A casa la signora si lamenta che non sta bene», sorride Graziella Cazzaniga Palermo, presidente dell’Associazione Italiani di Pola e Istria – Libero Comune di Pola in esilio, che organizza il raduno, «mentre appena ritorna a Pola si sente letteralmente rinascere: vuol dire che l’aria di casa ha effetti benefici. Anche se tutti i partecipanti vengono soprattutto per respirare l’aria delle origini».

La visita alla foiba di Vines

Il momento forse più toccante dell’intero raduno, la visita tenuta sabato 10 giugno alla Foiba di Vines, nell’albonese. È la cavità - che presenta un ingresso a strapiombo fino alla profondità di 146 metri e poi prosegue in un percorso inclinato e roccioso fino a 226 metri - dalla quale nell’ottobre del 1943 vennero recuperati i resti di 84 corpi. «C’è stata forte emozione da parte di chi ha visto una foiba per la prima volta», racconta Cazzaniga Palermo, «e dopo aver lanciato - ognuno di noi - una rosa nella cavità ci siamo raccolti in silenziosa preghiera per le vittime. Uno del gruppo ha poi gettato nella foiba una pietra, dai rimbalzi si è potuto capire quant’è profonda».

Al raduno singoli e intere famiglie

Al raduno partecipano singole persone ma anche intere famiglie provenienti da Torino, dalla Liguria, da Lombardia, Veneto, Abruzzo, Marche, anche dalla Calabria. «Dalla costituzione nel 1999 del Libero Comune di Pola in esilio - spiega Graziella Cazzaniga - il raduno è ufficiale e istituzionale, in precedenza gli esuli si radunavano per conto loro». E a proposito del rapporto con le autorità di Pola - aggiunge - «posso dire che è cordiale ma silenzioso. Ad ogni modo ci è molto vicino il vicesindaco italiano Bruno Cergnul già da molti anni, quando ancora non ricopriva la sua attuale carica istituzionale».

Il pomeriggio a Pola

Nella giornata di sabato, dopo il momento di raccoglimento rappresentato da Vines, il pomeriggio è stato trascorso dal gruppo a Pola. Si è disputata l’ormai tradizionale partita di calcio tra esuli e rimasti, momento di incontro per il quale il risultato finale è ovviamente di secondaria importanza. In serata Stefano Rolle ha presentato il libro “Geppino Micheletti” di Duccio Vanni. Un volume dedicato appunto al medico eroe della strage di Vergarolla del 1946, che pur sapendo che tra le vittime dell’esplosione sulla spiaggia c’erano i suoi due figli, aveva continuato a curare e operare i feriti all’ospedale di Pola. A seguire la proiezione del documentario “Micheletti a Narni”.

La messa e la mostra sulla Bora

Domenica gli esuli partecipano alla messa italiana domenicale officiata da don Rikardo Lekaj. In serata canterà per loro la corale della società Lino Mariani e verrà inaugurata la mostra “Sulle ali della bora”. Infine il conferimento della benemerenza “Istria Terra amata” al professor Gianni Oliva. Domani, ultima giornata del raduno, è in agenda una puntata in pullman a Pirano, per un incontro coi rappresentanti della locale Comunità degli Italiani e il pranzo comune. Infine, un omaggio dalla Comunità degli italiani di Pola che ha allestito il lavoro teatrale “I Polesanich va in vacanza”.

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