Gorizia, una strada concessa alla Slovenia per le infrastrutture di oltreconfine

GORIZIA Dove un tempo c’erano un muro grigio, un confine, divisione, oggi ci sono il verde, uno spazio aperto, condivisione. Ecco, condivisione come termine più adatto a raccontare che nella terra del Gect Go e della Capitale europea della Cultura anche un atto burocratico può incarnare a pieno i valori dell’Europa che da queste parti si sta costruendo nei fatti concreti. Concreti come i lavori che il Comune sloveno di Šempeter-Vrtojba sarà in grado di realizzare, a favore dei suoi cittadini, utilizzando un piccolo spazio che formalmente è in Italia, a Gorizia.

Un caso curioso e affascinante, che malgrado le dovute traduzioni dal “burocratese” si legge molto chiaramente nella determina con la quale il Comune di Gorizia concede in uso all’omologo sloveno la stradina che corre in mezzo al verde esattamente tra il Parco Basaglia e la Slovenia.
Poco più di un sentiero che si apre sulla destra dopo il parco (o sulla sinistra prima di esso per chi arriva da Šempeter) che le prime sensazioni o un occhio poco attento potrebbero suggerire già in territorio sloveno. Non è così e lo racconta la traiettoria della linea confinaria ormai sbiadita sull’asfalto, così come i tombini con la scritta in italiano “fognatura cittadina” sotto i piedi di chi passa da quelle parti.

Ebbene, visto che subito a fianco della stradina in fondo sterrato si trovano alcune abitazioni di Šempeter-Vrtojba, l’amministrazione comunale d’oltreconfine ha chiesto a quella goriziana di poter intervenire in quel punto per realizzare le infrastrutture tecnologiche e i sottoservizi per i suoi cittadini. Ed è qui che la “fredda” burocrazia si scalda con la fiamma viva della collaborazione. «In virtù dei rapporti di amicizia che intercorrono con il Comune di Šempeter-Vrtojba, con un unico atto sono state effettuate dagli uffici comunali goriziani autorizzazioni e procedure dal punto di vista patrimoniale e da quello del Codice della strada, ed è stata rilevata la compatibilità urbanistica – fanno sapere dal municipio –. Quindi con la concessione in uso del sedime stradale rilasciata a titolo gratuito (in base all’articolo 29 del vigente Regolamento comunale del canone patrimoniale di occupazione del suolo pubblico) per 50 anni il Comune di Šempeter-Vrtojba è autorizzato all’occupazione permanente della stradina».
Un caso particolare e per molti versi unico, perché se è ormai cosa consueta pensare al libero passaggio di persone e mezzi, in questo caso un’amministrazione di un Paese straniero potrà addirittura eseguire lavori sul suolo di un altro Paese. Vicino. Amico. «Proprio questo è lo spirito con cui abbiamo operato, venendo incontro alla richiesta di Šempeter-Vrtojba e cercando di agevolare il loro lavoro – racconta l’assessore comunale al Patrimonio e al Demanio Paolo Lazzeri –, ed evitando dunque che per realizzare le stesse infrastrutture l’amministrazione slovena fosse costretta ad effettuare scavi a molta distanza dalle abitazioni». Una procedura senza precedenti, che ha permesso di concedere in uso la strada in tempi rapidi, e che rappresenta nei fatti concreti quella “collaborazione transfrontaliera” che spesso sembra essere solo questione astratta.
Non è così, è il futuro. Un tempo che viene declinato assieme a presente e passato, proprio in quello scorcio in fondo a via Vittorio Veneto. Dove assieme si vedono il vecchio cippo confinario e il cartello con le stelle gialle su fondo blu dell’Europa. Dove si cammina in mezzo al verde e qualche pozzanghera con lo sguardo che spazia da una parte sulle storiche strutture del Parco Basaglia e dall’altra tra gli orti dei contadini d’oltreconfine. Dove ci si doveva fermare di fronte a un muro o una sbarra, e invece oggi il vento soffia e passa libero. Come le persone, e ora persino i mezzi e gli operai di un cantiere.
Riproduzione riservata © il Nord Est