Il cantiere cinese dell’autostrada abbatte il monumento ai Caduti in Serbia

Gli operai impegnati nella costruzione dell’arteria di collegamento alle coste del montenegro hanno consapevolmente distrutto il  monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra e della Resistenza jugoslavia
Stefano Giantin
L’opera distrutta per fare spazio al tracciato stradale (da wikipedia)
L’opera distrutta per fare spazio al tracciato stradale (da wikipedia)

BELGRADO Uno storico monumento dedicato ai caduti della Grande Guerra e a quelli della Resistenza jugoslava, morti nella lotta contro gli occupanti nazifascisti, che viene colpevolmente distrutto: fatto a pezzi, i resti dispersi in qualche discarica, così da rendere una ipotetica operazione di restauro del tutto irrealistica. Il “peccato” originale dell’opera è stato quello di trovarsi sul tracciato di una futura autostrada.

I colpevoli: operai cinesi, al lavoro a migliaia di chilometri da casa per la costruzione di una importante autostrada. E assai poco attenti alla storia dei luoghi che li ospitano.

L’episodio

È quanto accaduto nei pressi del paesino di Negrisori, poco distante dalla cittadina di Čačak, dove si lavora alla costruzione dell’ambiziosa via di comunicazione che un giorno collegherà Belgrado alla costa montenegrina. Infrastruttura a cui sta lavorando – come in tantissimi altri luoghi dei Balcani, dalla Macedonia alla Croazia – manodopera cinese.

E sono proprio gli operai cinesi a essere del mirino degli abitanti di Negrisori e di buona parte dell’opinione pubblica serba, dopo che sui media sono circolate foto del monumento distrutto, pare con una ruspa, domenica. L’opera - formata da sculture alte due metri raffiguranti partigiani e loro familiari e da una lastra coi nomi di oltre 140 caduti, incisi sul marmo nero - è stata completamente cancellata «da maestranze che lavorano all’autostrada e operano al di sopra della legge del nostro Paese, fanno quello che vogliono, si tratta di un’azione selvaggia», hanno denunciato ai media locali i residenti del villaggio, tra cui molti hanno sostenuto che non si sarebbe trattato «di un incidente». Uno ha raccontato, ad esempio, di essere stato «attaccato» dagli operai quando li aveva colti nel tentativo di demolire «anche la scuola costruita nel 1930», altro edificio che ostacola lavori che vanno compiuti velocemente. E usando anche le maniere forti.

Le reazioni

Si tratta «di un fatto inaccettabile», ha dovuto così reagire il ministro delle Infrastrutture, Goran Vesić dopo che le polemiche si sono accese non solo nell’area dell’episodio ma in tutto il Paese. Episodio che tuttavia non è un’eccezione, anche se la distruzione per mano straniera è sicuramente un fatto nuovo. Sono infatti centinaia e centinaia i monumenti di epoca jugoslava abbandonati, distrutti o in degrado in tutti i Balcani – retaggio di un’epoca e di un Paese che non c’è più. Ma qualcuno, almeno a Negrisori, ora è pronto a dare battaglia.

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