Il governo croato apre ai bus privati sulle tratte interne: il no dei sindacati

Il timore della concorrenza insostenibile di vettori internazionali come il colosso Flixbus. «Forte il rischio per il trasporto locale»

Mauro Manzin
Una stazione dei bus in Croazia
Una stazione dei bus in Croazia

ZAGABRIA Il governo croato sta pianificando l’imminente liberalizzazione del trasporto pubblico di autobus sulle tratte interurbane e interprovinciali. Il principale contenzioso al riguardo è probabile che si verifichi – e in realtà è già sorto – sulla questione della liberalizzazione del relativo mercato interno e della sua apertura ai vettori sulle linee internazionali. Così, ad esempio, l’autista dell’autobus Monaco-Spalato non era autorizzato a ricevere passeggeri a Zagabria durante il viaggio, ma questi ultimi potevano salire solo su vettori con linee interne alla Croazia.

I rappresentanti dei lavoratori professionisti riuniti nell’Associazione dei sindacati indipendenti della Croazia (Sssh) avvertono che il ministero degli Affari marittimi, dei Trasporti e delle Infrastrutture, Oleg Bulatović è determinato ad aprire questa opzione ai vettori di linea internazionali, altrimenti nota come cabotaggio. «Prima di tutto, va sottolineato che nel gruppo di lavoro per la preparazione degli emendamenti alla legge sul trasporto pubblico nel traffico stradale, che comprendeva sindacalisti e la Camera di commercio croata e l’Associazione croata dei datori di lavoro, tale proposta è stata in realtà supportato da una sola azienda», ha detto Stjepan Lisičak al quotidiano di Zagabria Juatarnji List, presidente dell’Unione dei trasporti e delle comunicazioni della Croazia.

Nello specifico c’è di mezzo Flixbus, come rivelato nella lettera della Sssh al ministro del settore Oleg Butković, rilevando che non si tratta affatto di un vettore, ma di un sistema per la vendita di biglietti. Non avendo dipendenti propri, Flixbus assume autisti tramite i cosiddetti aggregatori, o altre società, pur non garantendo loro alcun diritto lavorativo. «Introducendo il cabotaggio su permessi esteri, cioè comunitari», è esplicito Lisičak, «consentirebbe loro di acquisire una posizione monopolistica di fatto sul nostro mercato, che distruggerebbe in breve tempo altri vettori».

Per fare un confronto, se un vettore nazionale vuole ora aprire, ad esempio, la linea Zagabria-Fiume, deve essere armonizzato con gli slot già esistenti e non sovrapporsi ad essi. Il traffico internazionale non ha l’obbligo di conformarsi, il che significa che ci sarebbero due sistemi in atto: uno con condizioni indispensabili e uno assolutamente senza di esse. Il principale timore dal punto di vista dell’interesse pubblico risiede nell’ipotesi che alcune linee fisse interne possano essere facilmente disattivate.

«Per il profitto extra dei vettori internazionali, molti vettori nazionali e linee nazionali ne risentirebbero. Nel nostro Paese solo tre contee hanno il trasporto come servizio pubblico garantito, e le altre sono in qualche modo collegate, ma si tratta di sistemi fragili. Tuttavia, i vettori interprovinciali soffrirebbero molto di più a causa del cabotaggio, che si ripercuoterebbe sulla situazione generale. I biglietti per i passeggeri su alcune rotte più forti diventerebbero certamente più economici, a scapito dei conducenti privati dei loro diritti di lavoro», ha affermato Hrvoje Meštrović, Hrvoje Meštrović, presidente del Coordinamento del trasporto pubblico interno di passeggeri su strada presso l’Associazione croata dei datori di lavoro. Infine, ricordiamo che è stato contattato anche Flixbus per un commento, ma finora non c’è stata risposta

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