Il ristoratore di Rovigno: «Nell’Istria senza confini il turismo aumenterà»

Il rovignese Giovanni Pellizzer è il proprietario del ristorante La Puntulina: «Ora vanno costruiti anche altri campi da golf in Istria, quello di Salvore non è sufficiente»

Andrea Marsanich
Giovanni e Mirjana Pellizzer alla guida del ristorante la puntulina di Rovigno
Giovanni e Mirjana Pellizzer alla guida del ristorante la puntulina di Rovigno

È uno dei più noti ristoratori istriani, figlio d'arte (lo scomparso padre Corrado era rinomatissimo nel settore) e proprietario del ristorante di Rovigno La Puntulina.

Si tratta di Giovanni Pellizzer, meglio noto come Giannino, classe 1961, esponente assieme al fratello Nereo della seconda generazione dei Pellizzer ristoratori, laddove la terza è composta dai figli dei due fratelli, ormai pronti a proseguire la tradizione di famiglia.

Anche per Giovanni Pellizzer la mezzanotte di ieri ha rappresentato un momento speciale: «La cancellazione dei confini – dice – è un'enorme soddisfazione per tutti noi. A parte la comodità dei turisti nel venire ora in Croazia senza doversi fermare ai valichi, finalmente abbiamo visto venire meno una barricata che divideva in modo complicato e anche doloroso queste aree nordadriatiche».

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E naturalmente, continua Pellizzer dal suo punto di vista, «anche il turismo, comparto d'importanza strategica per la Croazia, ne trarrà giovamento. Prima magari c'erano persone oltre frontiera che finivano per essere scoraggiate dalle code in entrata e uscita. Ora non sarà più così, e peraltro l'Istria vedrà prolungata - e di parecchio - anche la bassa stagione. La stessa cosa riguarderà il Quarnero, la Dalmazia e varie altre regioni del Paese. Noi qui a Rovigno, ma specialmente il Buiese e l'Umaghese, si ha un gran vantaggio - continua Pellizzer -ed è quello di poter raggiungere la nostra penisola in auto senza dover viaggiare ore e ore da Slovenia, Italia, Austria. Non ci saranno più lunghi incolonnamenti, specie durante la stagione estiva».

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Pellizzer se li ricorda bene quegli incolonnamenti, soprattutto se riandando con la memoria agli anni dell’allora Jugoslavia: «E chi se li dimentica quegli anni, le file e i controlli da parte di doganieri e poliziotti jugoslavi. C’era bisogno di andare a Trieste, magari per comprare delle semplici viti. Oppure vestiario, generi di prima necessità. Dovevi sorbirti quelle lunghe attese, sia in entrata che uscita, sempre col timore di pagare la dogana. C'era poi il famigerato “deposito” che ti faceva versare cinquemila dinari jugoslavi per il primo espatrio, settemila per il secondo, novemila per il terzo e via elencando: denaro che ti veniva restituito un anno dopo, naturalmente svalutato dall'inflazione galoppante».

E tornando all’oggi, all’arrivo dell’euro? «Intanto va detto che la grande maggioranza dei clienti paga con le carte di credito, mentre chi versa contanti non dovrà più fare calcoli sul cambio. Ci abitueremo, del resto i prestiti sono stati sempre calcolati prima in marchi tedeschi e poi in euro. Non prevedo problemi». Più in generale per quanto riguarda il turismo, Pellizzer si sofferma anche sul golf, che è una sua passione: «Schengen faciliterà l’arrivo di golfisti in Croazia, e l’Istria deve costruire un numero di campi sufficiente», perché quello di Salvore non basta». Quanto al suo ristorante nel centro storico, «noi abbiamo una clientela varia, dai rovignesi a ospiti provenienti da tutta Europa e da altri continenti. C’è in atto - conclude Pellizzer - un passaggio di consegne soft con le due figlie e il figlio miei e di mia moglie Mirjana». Resta per ora la «contentezza per il fatto che i confini verso ovest non esistono più. Noi qui abbiamo legami storici con l'Italia, e per tutta una serie di motivi».

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