L’aeroporto di Pola ha i conti in rosso: pesa l’assenza di voli da Russia e Ucraina

Prima dell’invasione di Mosca vi erano ben 18 arrivi settimanali. Scarsa attenzione ai low cost. Accuse di inerzia alla direzione

Valmer Cusma
Aerei Ryanair all'aeroporto di Pola
Aerei Ryanair all'aeroporto di Pola

POLA Profondo rosso nella gestione dell’aeroporto istriano di Altura, a 5 chilometri da Pola, il maggiore centro istriano: l’altr’anno ha fatto registrare la perdita di 1, 1 milioni di euro. Nel Paese c’è solo un altro scalo che ha chiuso il 2022 in passivo, è quello di Osijek, però con la perdita meno pesante, per la precisione di 356 mila euro.

Dunque lo scalo istriano finisce sul banco degli imputati mentre tutti gli altri hanno ripreso quota dopo gli anni bui del Covid. I dati riportati sono attinti dalla Poslovna Hrvatska, l’unica base dati del Paese tramite la quale è possibile accedere alla gestione di tutte le aziende. L’altr’anno le entrate dello scalo istriano sono state pari a 7,2 milioni di euro, in aumento rispetto al 2021 e soprattutto all’anno Covid 2020. Però sono aumentate anche le perdite. Nel contempo, evidentemente nel tentativo di ridurre il passivo la direzione ha operato un taglio degli occupati. Nel 2019 erano 184, nel 2020 113 e l’anno dopo 96. Per fare un confronto con un altro scalo simile, quello di Zara l’altr’anno ha fatturato 16 milioni di euro registrando l’utile di 3,3 milioni mentre il numero degli occupati è salito da 166 nel 2021 a 210 nel 2022. Analoga la situazione all’aeroporto di Fiume (Veglia). Qui sul fatturato di 2,8 milioni di euro nel 2022 si è registrato l’utile di mezzo milione di euro.

I dati finanziari sono il riflesso del movimento passeggeri che l’altr’anno allo scalo istriano sono stati 395 mila, poca cosa dunque rispetto ai 778 mila del 2019. Come mai questo flop? Secondo gli esperti, negli anni della pandemia i villeggianti raggiungevano l’Istria soprattutto in automobile, un’abitudine rimasta anche dopo. Va detto che Pola è molto vicina all’Europea centrale e occidentale: in auto è raggiungibile da Milano, Monaco di Baviera, Budapest e Vienna in 6 ore, da Venezia in 3.

La seconda causa, è la mancanza dei villeggianti russi e ucraini che negli anni prima della guerra si calavano in massa in Istria con i 18 voli settimanali dai due Paesi. Qualcuno punta l’indice anche contro il Palazzo municipale per la scarsa sensibilità in materia di sovvenzioni alle compagnia low cost, settore nel quale Zara invece si dimostra molto più dinamica. Non mancano le osservazioni critiche nei confronti della direzione aeroportuale, accusata di poca intraprendenza e spirito d’iniziativa nel trovare soluzioni ai problemi man mano che si presentano. Si spera comunque nel buon esito della stagione turistica 2023 nella quale lo scalo istriano mantiene collegamenti con 27 destinazioni di 13 paesi europei

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