L’ira della Slovenia contro il no di Gorizia alla revoca della cittadinanza al Duce

Il ministero sloveno degli Esteri: «Scelta che rafforza le divisioni in contrasto con lo spirito di Go!2025»

Stefano Giantin
Tanja Fajon
Tanja Fajon

Non è piaciuto affatto, nella vicina Slovenia, il no del Consiglio comunale di Gorizia alla cancellazione della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, una mossa che potrebbe gettare qualche ombra anche su Go!2025.

È quanto suggeriscono le reazioni registrate a Lubiana, in particolare quella del ministero degli Esteri sloveno, che ha stigmatizzato con forza la bocciatura della mozione presentata da parte dell’opposizione, a Gorizia, che chiedeva la revoca dell’onorificenza a Mussolini.

Proprio il ministero con un lungo post su X (ex Twitter), ha esordito ribadendo l’impegno della Slovenia a «superare le divisioni storiche, a promuovere la cooperazione e la convivenza tra popoli e culture, specialmente nelle aree che hanno sperimentato per prime la brutalità del regime fascista».

La condanna

Per questo, ha continuato il dicastero guidato da Tanja Fajon, Lubiana ha deciso di esprimere pubblicamente la propria condanna per quello che è stato definito come un tentativo di «approfondire le divisioni, relativizzare i fatti storici e sfruttarli per scopi politici quotidiani». E non togliere oggi la cittadinanza onoraria a Mussolini sarebbe parte di «atteggiamenti dannosi», ancora di più «in un periodo in cui gli abitanti di Nova Gorica e Gorizia si preparano a ricevere il titolo» congiunto di Capitale europea della Cultura.

«La nostra speranza di progresso e di sviluppo per un’Europa unita si basa su progetti di questo tipo ed è dunque nostro dovere e responsabilità comune agire affinché la prima Capitale culturale europea transfrontaliera possa realizzare il suo scopo di unione sia nelle due città sia nei rapporti tra i due Stati confinanti», ha chiosato il ministero degli Esteri sloveno.

Ma a farsi sentire non è stato solo il dicastero degli Esteri. A stigmatizzare quanto registrato a Gorizia è stato anche il segretario di Stato sloveno alla Cultura, Marko Rusjan, che ha sostenuto che molti politici di oltreconfine, leggi in Italia, non comprendono ancora cosa fu il fascismo per gli sloveni e per l’intera Europa. «Non è una questione di chi è da una parte del confine, ma di chi è dalla parte sbagliata della storia», ha affermato Rusjan.

Sulla stessa linea anche il Movimento Libertà, il partito del premier Robert Golob, che ha fatto appello a evitare ogni celebrazione di nazismo e fascismo, oltre alla riabilitazione di «ideologie criminali» che hanno soffiato sul fuoco di «odio e divisione», ha riportato l’agenzia di stampa slovena Sta.

Ancora più duro, se possibile, il deputato socialdemocratico Matjaz Nemec, originario di Nova Gorica, che ha affermato che «idolatrare immagini, idee e figure collegate al fascismo nel 2024 non può essere interpretato come un commemorazione di eventi storici, ma come un tentativo di far rivivere idee che non appartengono all’Europa» di oggi.

Nemec ha poi fatto appello al sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, a togliere la cittadinanza onoraria e a scusarsi con le popolazioni di entrambe le parti del confine per la situazione creatasi, ha informato la Sta.

Ziberna, ricordiamo, pur essendosi dichiarato antifascista aveva tuttavia bollato come «pretestuosa» la proposta di parte delle opposizioni di revocare l’onorificenza a Mussolini, sostenendo che alcuni esponenti della sinistra goriziana da tempo starebbero cercando solamente di «minare il percorso di grande coesione e collaborazione tra Nova Gorica e Gorizia, in vista della Capitale europea della cultura del prossimo anno». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © il Nord Est