Marinai morti sotto la rampa del traghetto a Lussinpiccolo: aperte le indagini

LUSSINO Non dovevano trattenersi lì, sotto quel portellone pesante una ventina di tonnellate. Lo vietavano non solo il buon senso, ma anche le disposizioni in vigore alla compagnia armatrice fiumana Jadrolinija, la più grande in Croazia. Invece i quattro marittimi del traghetto Lastovo (in italiano Lagosta), che probabilmente volevano capire il perché del difettoso funzionamento della rampa, domenica se ne stavano sciaguratamente sulla banchina di Lussinpiccolo, proprio sotto quella pesantissima struttura di metallo.

Il portellone, che (voci ufficiose) avrebbe dovuto essere bloccato da un cuneo per la possibilità che ci fosse un cedimento, è andato a schiantarsi a terra e per tre dei quattro marittimi – due timonieri e il capomacchina – non c’è stato nulla da fare. Il loro collega, colpito con veemenza all’anca e ad una spalla, è stato scaraventato in mare ed è qui che ha urlato la sua disperazione, chiedendo aiuto. È stato tratto a riva da un gruppo di vigili del fuoco locali, la cui caserma si trova a circa 200 metri dall’incidente.
I pompieri lussignani sono stati allertati dal fragore provocato dalla caduta del portellone ed hanno subito capito che a poca distanza si era consumata una tragedia. In men che non si dica sono accorsi nel tratto di riva dove era accostato il Lastovo e ai loro occhi si è presentata una scena orribile, con la rampa che aveva schiacciato i tre sventurati. Non si sono persi d’animo, hanno tirato fuori dall’acqua il quarto marittimo, che un’autolettiga ha trasportato d’urgenza al Centro clinico ospedaliero di Fiume.

Dalle notizie che provengono dagli Ospedali fiumani, il ferito è in condizioni stabili e i medici l’hanno dichiarato fuori pericolo di vita. Non appena sarà possibile, l’uomo verrà interrogato dagli inquirenti, con indagini fatte partire congiuntamente da ministero croato del Mare, trasporti e infrastrutture e dalla competente autorità portuale. Anche se nessuno vuole confermarlo, sembra ci siano precise responsabilità per questa tragedia che ha scosso gli abitanti di Lussinpiccolo e non solo: infatti, come già detto, l’equipaggio si era accorto che il portellone non funzionava bene e probabilmente si sarà voluto ripararlo prima della partenza per Zara, fissata alle 16, con il cedimento avvenuto intorno alle 15, mentre il ferry era ancora vuoto in quanto veicoli e passeggeri avrebbero dovuto imbarcarsi poco dopo le 15 e 30.
Parallelamente alle indagini di ministero e capitaneria, si svolge un’inchiesta dell’Agenzia nazionale per gli incidenti aerei, marittimi e ferroviari, anch’essa atta a stabilire le cause all’origine dell’episodio.
Sulla tragedia il competente dicastero ha diramato un comunicato in cui si rileva, tra l’altro, che gli esiti delle indagini verranno immediatamente resi noti all’opinione pubblica. Intanto il Lastovo è stato colpito dal divieto di navigazione e posto sotto sequestro fino a quando le indagini non saranno concluse.
Sulla tratta Premuda – Selve – Ulbo – Isto – Zara (Gaženica) è stato provvisoriamente posto ieri (lunedì) in servizio un traghetto sostitutivo, il Vladimir Nazor. Dalla Jadrolinija è stato fatto sapere che il Nazor non attraccherà a Lussinpiccolo, ma si fermerà a Premuda e da lì ripartirà per Zara. Dopo quanto avvenuto, ai componenti dell’equipaggio – sotto choc – sarà assicurato il supporto psicologico. Due delle vittime, si è venuto a sapere, erano di Spalato e una di Zara.
Il Lastovo, costruito nel 1969 in un cantiere giapponese, era entrato a far parte della flotta della Jadrolinija nell’ormai lontano 1978. Lungo 72,7 metri, largo 13,7, può accogliere a bordo 500 passeggeri e 60 veicoli.
Fino all’anno scorso operava sulla linea Spalato – Vallegrande (Curzola) – Ubli (Lagosta), per poi venire sostituito da un ferry di dimensioni maggiori, il Vela Luka, lungo 108 metri e largo 17,5, capace di trasportare 680 passeggeri e 100 veicoli.
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