Pola, degrado senza fine per l’antica Villa Idola
è rimasta inutilizzata. Prima intesa con il Comune per la manutenzione del verde

POLA. Ancora nulla si muove per fermare il degrado e avviare il recupero di Villa Idola, uno dei più begli edifici lasciati in eredità dal potere austroungarico, residenza di villeggiatura per l'aristocrazia dell'epoca oggi in abbandono a causa della noncuranza della Chiesa, che nel 2017 l'aveva ricevuta in dono dallo Stato croato. L’unico passo concreto, ma assai modesto, compiuto è un accordo in base al quale le maestranze della società municipalizzata si occuperanno della manutenzione delle superfici verdi attorno all’edificio. L’intesa in questo senso è stata raggiunta di recente, nel corso del primo incontro tra il sindaco di Pola Filip Zoričić e il nuovo vescovo della Diocesi di Parenzo-Pola monsignor Ivan Stironja.
Fermare la vegetazione
L’intento insomma è di impedire almeno che la vegetazione si impadronisca della villa. L’edificio nel 2017, come detto, era finito nelle mani della Chiesa istriana malgrado l’amministrazione cittadina avesse chiesto a più riprese a Zagabria di poterlo utilizzare come centro per attività sociale. Il governo croato però era rimasto fermo sulle sue intenzioni: aveva voluto donare l’immobile e la estesa proprietà che lo circonda alla Chiesa come atto di risarcimento per i beni che il regime comunista le aveva sottratto al termine della Seconda guerra mondiale. L'atto di donazione era stato firmato dal premier croato Andrej Plenković e dall'allora vescovo della Diocesi di Parenzo – Pola Drazen Kutlesa. All'epoca la Diocesi istriana aveva annunciato di voler trasferire a Pola la sede centrale del Vescovado, ma nulla è sin qui accaduto.
Dimora della principessa Eleonora Maria
I libri di storia locale raccontano che la villa, costruita nel 1914, fu dimora della principessa Eleonora Maria, primogenita dell'arciduca Karl Stephan von Habsburg-Lothtingen. L'architetto che l'aveva progettata era Josef Heininger di Pola. Tutto attorno si estendevano 13 ettari di terreni coltivati. Dalla Grande guerra l'Austria-Ungheria uscì sconfitta, per cui la villa finì per essere svenduta. Ad acquistarla fu Antonio Crljenica di Marzana, proprietario di una miniera, che vi visse per un trentennio. Alla fine degli anni Quaranta Villa Idola venne nazionalizzata e per i successivi sessant’anni fu utilizzata come casa di riposo e casa di cura psichiatrica. Visto però che la sua manutenzione cominciava a diventare sempre più costosa, nel 2011 l’edificio venne completamente abbandonato. Negli anni successivi l'amministrazione cittadina quindi si è fatta avanti richiedendone la proprietà, ma senza esito. Il resto, appunto, con la donazione alla Chiesa da parte di Zagabria, è storia recente, ma intanto molti degli elementi architettonici dell’immobile stanno scomparendo, mimetizzati e nascosti da fronde, edera e sterpaglia.
L’apertura dell’hospice
Tornando al recente incontro fra il sindaco Zoričić e il vescovo Stironja, si è anche parlato dell’apertura dell’hospice per le cure palliative di Pola ultimato già da oltre due anni fa ma ancora inutilizzato: si attendeva la nomina del nuovo vescovo. Prima dell’inaugurazione si rende necessario definire lo status dell’hospice intitolato al Beato Miroslav Bulesic : la proposta inoltrata alla Città di Pola e alla Regione istriana è che il fondatore sia la Caritas della Diocesi. Poi ne verrà definita la data di apertura.
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