L’Austria infrange il tabù del cancelliere di estrema destra

Dopo mesi di incertezza, il Capo dello Stato ha affidato l’incarico di formare un nuovo governo a Kickl, il leader del partito Fpö

Marco di Blas
Il leader del partito di ultra destra FPOe Kickl: è stato incaricato dal Capo dello Stato di formare un nuovo governo
Il leader del partito di ultra destra FPOe Kickl: è stato incaricato dal Capo dello Stato di formare un nuovo governo

L'Austria per la prima volta nel dopoguerra avrà un cancelliere di estrema destra, leader di quel partito che alle sue origini era stato il bacino di raccolta degli ex nazisti e che ora appare caratterizzato piuttosto da un sovranismo populista. Il capo dello Stato, Alexander Van der Bellen, infatti, ha conferito l'incarico di formare il nuovo governo a Herbert Kickl, leader dell'Fpö, il partito che fu di Jörg Haider. Non è stata una decisione facile, ha ammesso Van der Bellen, un tempo leader dei Verdi e dichiaratamente ostile nei confronti di Kickl. Ma il voto degli elettori va rispettato, ha aggiunto, avendo attenzione alla maggioranza richiesta per governare.

Le elezioni

Le elezioni si erano svolte il 29 settembre e avevano visto il trionfo dell'Fpö, primo partito con quasi il 29%. L'incarico di formare il governo sarebbe spettato dunque a Kickl. Era sempre andata così dal 1945 in poi. Ma questa volta il Capo dello Stato aveva deciso di non seguire la prassi collaudata in quasi 80 anni. Era stato indotto a farlo dalla constatazione che tutti gli altri partiti eletti al Parlamento avevano escluso una coalizione con l'Fpö. Insomma, si era formato un cordone sanitario, per tenere fuori dalla stanza dei bottoni un partito euroscettico, filorusso e nazionalista.

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Il leader del partito di ultradestra Herbert Kickl ha avuto il mandato dal presidente austriaco di formare il governo

L'intesa fallita

Per queste ragioni Van der Bellen aveva affidato l'incarico a Karl Nehammer, cancelliere uscente e segretario dell'Övp, il Partito popolare, secondo al voto di settembre, con il 26,3%. Questi aveva subito avviato trattative per una coalizione a tre con Spö (socialdemocratici) e Neos (liberali di centro). Insieme avrebbero raggiunto 110 seggi, una maggioranza più che tranquilla per governare in un'assemblea parlamentare di 183 deputati.

Ma il tentativo di intesa fra tre forze politiche abbastanza disomogenee tra loro non ha dato buoni frutti. Troppe divergenze soprattutto in campo economico-finanziario, con l'Spö deciso a introdurre imposte sui patrimoni e sulle eredità e l'Övp contrario a ogni aumento fiscale, mentre all'orizzonte incombe la procedura di infrazione dell'Ue per deficit eccessivo. Dopo quasi tre mesi Neos ha abbandonato il tavolo di discussione e il giorno dopo anche Nehammer ha alzato bandiera bianca, annunciando le sue dimissioni da cancelliere e da segretario dell'Övp.

Il cambio di rotta

È solo a questo punto che Van der Bellen ha ripreso in considerazione l'ipotesi Kickl. Lo ha potuto fare – ha spiegato – perché la situazione era cambiata rispetto a tre mesi fa. Abbiamo detto che tutti i partiti avevano escluso un'alleanza con l'estrema destra. Lo aveva escluso anche l'Övp, per bocca del suo leader Nehammer. Ma da sabato Nehammer si è fatto da parte e il suo posto è stato assunto provvisoriamente da Christian Stocker, un esponente di secondo piano del partito.

E Stocker - questo è importante – ha subito fatto sapere che ora l'Övp sarebbe ridiventato disponibile a partecipare come junior partner in un governo a guida Kickl. Un improvviso cambiamento reso possibile dall'uscita di scena di Nehammer e dovuto anche – si dice – alle enormi pressioni esercitate nell'Övp dalla sua componente "imprenditoriale", fortemente allarmata dalla linea di politica economica dell'Spö. Va segnalato che in campo economico il programma del partito dell'estrema destra coincide quasi alla lettera con quello dell'Övp. Si dice che Kickl abbia usato di proposito il "copia-incolla" per creare le condizioni di una intesa con i popolari. E il risultato di ieri sembra dargli ragione.

L'incarico

È a questo nuovo atteggiamento dell'Övp che il capo dello Stato ha fatto riferimento, osservando che la situazione era cambiata rispetto a tre mesi fa. Ora è possibile un governo Fpö-Övp, che potrebbe contare su 108 seggi.

Non solo è possibile, ma anche probabile, perché l'alternativa sarebbero nuove elezioni, da cui l'Övp uscirebbe fortemente ridimensionato e l'Fpö guadagnerebbe ulteriori consensi.

Già gli ultimi sondaggi lo danno al 35%, sei punti in più rispetto al voto di settembre. Ieri, dunque, Alexander Van der Bellen ha ricevuto Herbert Kickl alla Hofburg, intrattenendosi con lui per oltre un'ora. Più tardi il capo dello Stato ha dato l'annuncio dell'incarico affidato al leader dell'Fpö, ribadendo la necessità di salvaguardare i principi fondamentali di uno Stato di diritto, quali la separazione dei poteri, il rispetto dei diritti dell'uomo e delle minoranze, la salvaguardia della libertà della stampa e l'appartenenza all'Ue. Non sono parole scelte a caso, ma rivelano la preoccupazione per ciò che un governo con cancelliere Kickl potrebbe fare in materia di immigrazione, di condizionamento della giustizia, di controllo della stampa, sull'esempio del governo di Viktor Orban nella confinante Ungheria, preso spesso a modello dall'estrema destra austriaca.

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