La protesta degli studenti serbi incassa anche l’endorsement di Madonna

Altri vip si schierano a sostegno della protesta contro l’élite al potere. Oltre alla cantante e al tennista Djokovic, adesione anche di Marina Abramovic

Stefano Giantin
La superstar della musica Madonna in una foto postata sui social
La superstar della musica Madonna in una foto postata sui social

L’Europa osserva e tace, gli Stati Uniti hanno altro a cui pensare, mentre Mosca si è già schierata contro il «caos», ovvero a sostegno delle élite al potere a Belgrado.

Ma gli studenti in rivolta in Serbia, sostenuti da una fetta sempre più consistente dell’opinione pubblica interna, sono tutt’altro che soli. E cominciano a incassare pure importanti “endorsement” dall’estero. Endorsement come quello di Madonna, che si è apertamente schierata a fianco dei giovani indignados serbi con una story su Instagram, corredata dalle immagini delle masse in piazza nel Paese balcanico.

«Potere dell’unità», ha scritto Madonna, spiegando ai suoi milioni di follower che in Serbia, «mentre i media non ve lo mostrano», sta andando in scena «il più grande movimento nella regione dal 1968».

«Quasi ogni università è stata occupata dagli studenti, blocchi di 24 ore» sulle strade, ha aggiunto la popstar, ricordando che «migliaia scendono in piazza ogni giorno per un cambiamento del sistema e per meno corruzione nel loro governo».

Messaggio, quello di Madonna, che ha avuto fortissima eco e grandi apprezzamenti tra gli studenti. E che è stato bissato lunedì da un altro appoggio pubblico di gran peso. È quello di Marina Abramovic, che sui social ha definito «gli studenti della Serbia gli eroi del presente».

E nessuno, tra chi scende in piazza per far sentire la sua voce, ha dimenticato quello che è stato letto come un nuovo segnale di apprezzamento delle proteste, quello lanciato dal campione del tennis mondiale, Novak Djokovic.

Nole che, arrivato a Belgrado per il derby di basket tra Stella Rossa e Partizan, ha esibito una felpa con la scritta «gli studenti sono i campioni».

Nel frattempo, svariate proteste si sono tenute anche lunedì in Serbia, dopo la grande manifestazione e l’occupazione dei ponti di Novi Sad, mentre si rafforzano le voci su un raduno di massa in programma il 15 febbraio.

E non si fermano neppure gli appelli al dialogo lanciati ancora una volta dal presidente Vučić, mentre la Procura di Novi Sad ha avviato una nuova inchiesta per corruzione sull’incidente alla stazione ferroviaria. —

 

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