Progetto europeo salva-linci fra Slovenia e Croazia: nati 53 esemplari dal 2019

Un progetto europeo di successo, che negli anni a venire è destinato a tutelare, a far crescere la popolazione e ad arricchire il patrimonio genetico della lince, uno dei tre grandi predatori del Vecchio continente, assieme al lupo e all’orso. Nei giorni scorsi è stato portato a compimento Life Lynx, progetto durato sette anni e che ha riguardato due Paesi, la Slovenia e la Croazia, piano tenutosi in sinergia con UlyCA2, progetto similare che ha riguardato l’Italia.
Come anche nei due stati vicini, Life Lynx è stato messo in pratica in Croazia per un preciso obiettivo: evitare l’estinzione di questo splendido felino, molto vulnerabile e che risultava a rischio per l’impoverimento del suo patrimonio genetico, con gli esemplari che si accoppiavano sempre tra di loro, indebolendo così i nuovi nati e rendendoli meno attrezzati per la dura vita in natura. Da qui l’idea di introdurre in Croazia e in Slovenia 18 esemplari, maschi e femmine, di razza carpatica e provenienti da Romania e Slovacchia. L’esperimento ha dato i risultati sperati, grazie alla collaborazione di un team di esperti della Facoltà zagabrese di veterinaria, Politecnico di Karlovac e associazione ambientalista Biom. Si tratta di Magda Sindicic, Ira Toplicanec, Vedran Sljepcevic, Tomislav Gomercic, Nera Fabijanic, Tomislav Sotinac, Zdravko Budimir, Ivan Budinski e Silvia Blaškovic. Il gruppo ha constatato, dopo il lavoro partito nel 2017, che attualmente in Croazia vivono almeno 100 linci, di cui una trentina in Gorski kotar, l’area montana che fa parte della Regione di Fiume e dove vivono anche lupi e orsi. L’opera di rilascio di questi gattoni ha riguardato sei esemplari nella parte dinarica della Croazia, sei nella zona dinarica della Slovenia e altrettanti nelle Alpi sud orientali, sempre della Slovenia.
La lince maschio Goru, la prima introdotta in Slovenia il 14 maggio 2019, si è accoppiata quell’anno con un esemplare indigeno, di nome Teja. Da allora Teja ha messo al mondo sette cuccioli e uno di essi ha fatto diventare nonno il nostro Goru, come accertato dal gruppo croato. «Delle cinque linci di origine carpatica – è quanto precisato da Magda Sindicic, coordinatrice del progetto per la Croazia – Boris vive nella zona montuosa della Piccola Cappella, Kras si sta arrangiando assai bene in Gorski kotar, mentre Emil, Ljubomir e Alojzije si sono stabiliti senza problemi sulle Alpi Bebie, ossia sulla catena del Velebit».
Grazie al progetto, è stata formata sul terreno una ricca rete di collaboratori che mettono al corrente i biologi sulla situazione legata alla popolazione di un predatore che in talune aree dei due Paesi era ormai scomparso da tempo. Ora il quadro va migliorando di anno in anno e si è accertato che i 18 animali introdotti in Croazia e Slovenia hanno ben 53 discendenti, tutti sani e geneticamente più ricchi. Ricordiamo che due mesi fa e dopo un’assenza di 40 anni, una lince è stata fotografata mentre percorreva una zona boschiva della Cicceria, subregione dell’Istria. —
Riproduzione riservata © il Nord Est