Punta Ubas in Croazia, ladri in azione sulla nave Deala incagliata da 5 mesi
Incursioni a raffica sull’unità per il trasporto bestiame ormai senza equipaggio. Vengono sottratti oggetti preziosi diventati proprietà della Repubblica croata

Entrano in azione con il calar delle tenebre e talvolta agiscono anche in pieno giorno, probabilmente con la convinzione che resteranno impuniti, rubando tutto il possibile. Ciò in quanto non si vedono imbarcazioni in giro della Polizia marittima o della Capitaneria di porto. La Deala, nave per il trasporto bestiame, incagliatasi lo scorso aprile nel tratto di mare di Punta Ubas, all’imbocco del Canal d’Arsa, nell’Istria orientale, sta venendo spogliata di tutto quanto di prezioso a bordo, con i ladri che arrivano su natanti, per poi arrampicarsi.
Le varie imbarcazioni si affiancano al mercantile, dopo di che (lo testimoniano foto e video) uomini salgono sulla Deala, facendo man bassa delle cose di valore, peraltro appartenenti alla Repubblica di Croazia, diventata titolare della nave dopo il disimpegno dell’armatore africano, che quasi sei mesi fa aveva fatto sapere di rinunciare all’unità per le alte spese dovute al disincagliamento. In pratica alcuni giorni dopo che la Deala, per cause ancora sconosciute, aveva raschiato il fondale di Punta Ubas, restandone imprigionata, il ministero croato del Mare, trasporti e infrastrutture si era fatto vivo, promettendo che la nave sarebbe stata riportata al largo nello spazio di un mese. Da allora sono trascorsi cinque mesi, gasolio e acqua di sentina sono stati svuotati, ma nulla è dato sapere su quanto ci vorrà. È una situazione complessa e nessun rappresentante delle autorità vuole sbilanciarsi, indicando una data del disincagliamento.
Inoltre il tempo stringe e quest’area dell’Albonese, tristemente rinomata per le sciroccate che flagellano le sue coste, potrebbe risultare fatale alla Deala che al momento dell’incidente aveva 15 marittimi, tutti di cittadinanza egiziana e che hanno fatto ritorno a casa. Nell’impatto, nessun danno alle persone, mentre su una fiancata dell’unità si era prodotto uno squarcio dal quale il mare continua ad entrare, con le conseguenze del caso. È certo che il disincagliamento costerà diversi milioni di euro, che poi la Croazia riavrà in sede giudiziaria, ma intanto la vicenda ha assunto le sembianze di una telenovela senza fine. Scirocco e forte moto ondoso, sostengono esperti e popolazione locale, potrebbero dare il colpo mortale alla Deala, spaccandola o facendola adagiare su un fianco e allora sì che ci potrebbero essere gravi conseguenze per l’ambiente marino. Intorno alla nave ci sono da aprile le barriere antinquinamento e vige il divieto di avvicinarsi a meno di 500 metri dall’unità. Misura che però viene puntualmente elusa.
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