Una ricostruzione 3D per il relitto del Mar Bianco che giace nel porto vecchio di Zara

Gli archeologi subacquei stanno studiando il piroscafo a 15 metri di profondità. Sarà poi realizzata la simulazione tridimensionale. Pešić: «Un patrimonio storico»

Andrea Marsanich
Una ricostruzione grafica del relitto nel porto vecchio di Zara da vectrino.hr
Una ricostruzione grafica del relitto nel porto vecchio di Zara da vectrino.hr

C’è una nave adagiata in Val di Ghisi (Jazine), nel porto vecchio di Zara, a una profondità di 15 metri. È il piroscafo Mar Bianco, varato nel 1912 a Belfast, lungo 140 metri e fatto affondare il 2 febbraio 1944 in seguito ai ripetuti bombardamenti alleati su Zara, che causarono tante morti e distruzioni.

Non rappresenta un pericolo per la navigazione e finora non si era avuto alcun progetto di valorizzazione mirato a far conoscere a zaratini e turisti le vicissitudini del Mar Bianco, requisito dalle forze tedesche per utilizzarlo come nave da trasporto truppe, armi e munizioni.

Le ricerche

Lo storico Abdulah Seferović sostiene che il piroscafo fu bersagliato da tre bombardamenti per affondarlo, con 99 aerei in azione e 200 tonnellate di bombe scaricate sul porto e sugli inermi civili. Grazie alle ricerche nell’ambito del progetto congiunto italo – croato Adrion Routes, finanziato dal programma Interreg, i sub del Centro internazionale zaratino di archeologia subacquea stanno studiando il relitto, in collaborazione con l’Autorità portuale.

La nave verrà prossimamente mappata e dopo la raccolta dei dati l’azienda specializzata Vectrino procederà a comporre l’animazione 3D del relitto, il che permetterà la visualizzazione di questo importante e storico sito.

La storia

«Sappiamo che la nave fu ancorata nelle acque zaratine per 58 giorni – è quanto riferito da Mladen Pešić, direttore del Centro di archeologia subacquea –. Venne presa di mira in diverse occasioni dai velivoli delle forze alleate, che infine riuscirono a metterla fuori uso. La sua fiancata destra rimase per anni sopra la superficie, costringendo le imbarcazioni a manovre attente per evitare la collisione.

Nel 1952, a sette anni dalla fine della guerra, il relitto venne minato dalle maestranze dell’azienda spalatina Brodosplit, con parte del relitto che venne venduto come ferrovecchio. Grazie alle esplosioni il segmento affiorante venne distrutto e la navigazione in porto riprese normalmente. Da allora non si fece più nulla e queste ricerche, condotte dai nostri sub, forniranno preziose informazioni, che consentiranno alla ditta specializzata Vectrino di dare vita all’animazione 3D».

La digitalizzazione del relitto

Secondo Pešić «la digitalizzazione del relitto va intesa come una forma di valorizzazione del patrimonio storico, a beneficio di un vasto pubblico». «In particolare – ha aggiunto – consente la tutela e la promozione del patrimonio archeologico sottomarino di Zara, dei suoi dintorni e delle acque dell’Adriatico orientale».

Del progetto Adrion Routes fanno parte, tra gli altri, le Autorità portuali di Zara, Ragusa (Dubrovnik) e Ravenna e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale.

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