Scavi archeologici in Dalmazia restituiscono i resti dell’antica comunità di Sabbioncello
La fine delle ricerche a palazzo Radossio permetterà di costruire la nuova biblioteca

La plurimillenaria storia della Dalmazia, regione adriatica abitata dall’uomo fin dai tempi antichissimi, continua a riservare sorprese agli archeologi. Stavolta i riflettori sono puntati sulla penisola di Sabbioncello (in croato Pelješac) e sulla città di Lesina (Hvar), località dove fino a pochi decenni fa viveva un’attiva comunità italiana, spentasi progressivamente ma non senza aver lasciato testimonianze della sua presenza. Proprio nel capoluogo isolano, per l’esattezza nel sottosuolo del giardino di palazzo Radossio, gli scavi – cominciati cinque anni fa – hanno fatto venire alla luce tombe contenenti i resti di adulti e bambini, risalenti alla fine del IV e all’inizio del V secolo d.C.
Già nel 2021, nel “ventre” del giardino del prestigioso palazzo in stile barocco, costruito nel XVII secolo (in seguito diventato di proprietà delle famiglie Lupi e Doimi) erano state rinvenute 20 tombe antiche, arricchite da lussuosi arredi funebri, oggetti esposti in una mostra promossa l’anno dopo a Lesina.

Il mese scorso, a marzo, lungo lo stretto passaggio situato accanto alla vicina casa Zaninović, un team di archeologi ha rinvenuto tre ulteriori tombe di isolani morti in tenera età, di cui due sepolti in anfore e uno in una semplice fossa. Contenevano vari oggetti: una bottiglia di vetro romana, un piatto di ceramica fabbricato in Africa settentrionale, un bracciale in osso con ciondoli di perle di vetro e tre brocche di vetro provenienti dalle coste del Libano o della Siria. Testimonianze del florido commercio tra l’isola di Lesina e varie parti del Mediterraneo.
Complessivamente sono state ritrovate 23 tombe, per un totale di 40 defunti. La fine delle ricerche archeologiche a palazzo Radossio permetterà di dare inizio alla costruzione della nuova Biblioteca e sala di lettura, edificio in cui saranno esposti i predetti reperti archeologici.
Dicevamo di Sabbioncello. Nella parte centrale della penisola – parliamo del sito archeologico Gomila – sono riprese intanto le ricerche che finora hanno permesso di riportare in superficie molte testimonianze di duemila e più anni fa. Qui sono stati rinvenuti, nel 2020 e nel 2024, due elmi greco-illirici del IV secolo a.C. e anche di recente sono stati trovati numerosi oggetti di metallo, vetro, ambra, come pure vasellame di ceramica. Secondo gli esperti, guidati dall’archeologo Hrvoje Potrebica, sono manufatti approntati tra il VI e il II secolo a.C., nell’epoca in cui Sabbioncello – colonizzata dai greci – era abitata da tribù illiriche. Le scoperte, incluse svariate sepolture, confermano Gomila come una delle zone archeologicamente più importanti dell’Adriatico orientale. Qui sono state trovate perle d’ambra del Baltico, perle di vetro del Mediterraneo orientale, gioielli in bronzo dell’area occidentale e centrale dei Balcani, come pure vasellame ceramico fabbricato dai greci nelle colonie italiche. —
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