La Romania e la Bulgaria sono a un passo dall’ingresso nell’area Schengen
Caduto l’ultimo veto dell’Austria dopo la stretta sull’immigrazione irregolare. Il sì a Bucarest e Sofia atteso giovedì 12 dicembre al Consiglio Ue per gli Affari interni

C’è chi – come Italia, Austria, Slovenia, Croazia, ma la lista dei Paesi Ue in questione si allunga sempre più – ha deciso di sospendere, evocando ragioni di sicurezza e la necessità di meglio controllare i flussi migratori. Chi invece, da anni, sogna di esservi ammesso, un obiettivo strategico più volte fallito, spesso non per propria colpa, ma certamente con grande scorno e crescente rabbia. Ma ora si può dire che il passato è passato. E che il traguardo, finalmente, è a portata di mano.
Traguardo vicino
Traguardo che è l’ingresso completo nell’area Schengen di Romania e Bulgaria, Paesi membri dell’Ue dal lontano 2007, ma tenuti fuori dall’area di libera circolazione praticamente per quasi due decenni a causa dei veti di svariati Stati europei. Bucarest e Sofia, nel marzo scorso, avevano tuttavia ricevuto un primo “contentino”, ossia l’entrata nella “Schengen dell’aria”, un’integrazione parziale dei due Paesi nella zona di libera circolazione, ma solo per quanto riguarda i viaggi aerei e i controlli in aeroporto, aboliti appunto il 31 marzo 2024.
Un grande passo
Ora, tuttavia, è imminente l’ingresso totale e definitivo in Schengen di Romania e Bulgaria, un grande passo – pratico e simbolico – per viaggiatori, emigranti, auto-trasportatori, che non dovranno più sottoporsi a estenuanti code ai confini in uscita e in entrata dalle proprie patrie.
La caduta dell’ultimo veto
È il risultato della caduta dell’ultimo veto, quello dell’Austria, con Vienna che era rimasta l’ultima capitale Ue arroccata a difendere il discutibile fronte del no contro Sofia e Bucarest. Ma è venuto il momento di «aprire» completamente le porte in Schengen a Romania e Bulgaria, ha annunciato il ministro degli Interni austriaco, Gerhard Karner. E si tratta di un semaforo verde importantissimo, dato che spianerà la strada al sì Ue, atteso giovedì al Consiglio Ue per gli Affari Interni. «Potremo prendere la prossima decisione al Consiglio», ha confermato lo stesso Karner, suggellando così l’imminente successo per Sofia e Bucarest. Che, a meno di sorprese, diventeranno membri a pieno titolo di Schengen a partire dal gennaio 2025.
La stretta sull’immigrazione irregolare
Lo saranno, ha suggerito Vienna, perché gli ultimi “compiti” sarebbero stati svolti come richiesto. Compiti che riguardano i flussi di migranti, che sono stati ridotti dai rafforzati controlli dei due Paesi. Il veto di Vienna avrebbe spinto Romania e Bulgaria a usare il pugno di ferro, favorendo una «riduzione massiccia dei passaggi illegali della frontiera».
E senza veto non si sarebbe registrato un crollo da «70 mila persone intercettate fino a ottobre l’anno scorso, contro le 4.000 di quest’anno», ha precisato il ministro. Ingresso in Schengen che non sarà una vittoria solo simbolica. Secondo stime Ue, i due Paesi subiscono ogni anno «miliardi di euro di danni in costi logistici e per i ritardi nella consegna delle merci, spesa carburante e retribuzione del lavoro degli autisti» di Tir, tutte spese che poi «ricadono sui consumatori». Ma presto saranno solo un brutto ricordo. —
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