Scontro Serbia – Kosovo, il governo di Belgrado: «Pristina ha sconfinato»

Per il Governo di Belgrado agenti di polizia hanno varcato la frontiera a Cirkovice: «Una provocazione su ordine di Kurti». Vučić: «Si rischia un’escalation violenta»

Stefano Giantin
Mezzi blindati delle forze speciali della polizia del Kosovo in una foto d’archivio
Mezzi blindati delle forze speciali della polizia del Kosovo in una foto d’archivio

Ancora presunti sconfinamenti, ancora scaramucce, fortunatamente solo verbali, ma i nervi sono tesissimi. Rimane alta la tensione tra Serbia e Kosovo, anzi, cresce, dopo che Belgrado ha denunciato un presunto sconfinamento di «membri armati fino ai denti» della polizia di Pristina, entrati in territorio serbo.

A denunciare l’episodio è il ministero serbo della Difesa, che ha sostenuto che il caso si sarebbe verificato nei pressi del villaggio di Cirkovice e avrebbe coinvolto un gruppo di agenti della polizia del Kosovo.

Non sarebbe stato un errore, perché i poliziotti avrebbero agito su preciso «ordine di Albin Kurti», il premier del Kosovo, ha aggiunto il dicastero serbo, che ha parlato di una «provocazione» pianificata a tavolino per minare la pace e creare un incidente pericoloso. E servirebbe una reazione.

Il ministero della Difesa di Belgrado ha così chiesto alla Kfor, la missione Nato in Kosovo, «unica legittima forza armata nel territorio della provincia autonoma del Kosovo e Metohija», di prendere misure per evitare una «escalation violenta nella nostra provincia meridionale», auto-dichiaratasi indipendente nel 2008. Nel frattempo, le unità «dell’esercito serbo» sarebbero pronte a reagire a nuove provocazioni, ha avvisato Belgrado.

Che la situazione sia seria è confermato dall’intervento del presidente serbo Aleksandar Vučić, che parlando alla Televisione pubblica Rts ha sostenuto che «gli americani» saprebbero bene che «Kurti ha ordinato» lo sconfinamento, con l’intenzione di costringere i militari serbi a intervenire e a «liquidarli».

La miccia per uno «scontro con la Serbia» in cui coinvolgere anche le truppe Nato, ha suggerito il leader serbo, avvisando che futuri casi simili vedranno l’esercito serbo intervenire senza esitazioni.

Nel frattempo, la Kfor, interpellata dal portale Kossev, si è limitata a ricordare un gravissimo episodio speculare, quello del giugno del 2023, quando le forze di sicurezza serba sostennero che tre agenti kosovari avevano sconfinato in Serbia. E li avevano arrestati, causando una nuova grave crisi, con Pristina che aveva parlato di «rapimento».

Completamente opposta l’altra campana. Denunce come quelle lanciate dal ministero della Difesa di Belgrado sono un tentativo di «disinformazione per creare insicurezza tra la gente che vive nell’area», la replica della polizia kosovara, che ha parlato apertamente di «denunce non sostanziate» arrivate dalla Serbia. E ha assicurato che le forze dell’ordine di Pristina sono una «istituzione trasparente e affidabile». Polizia che, nel frattempo, ha compiuto operazioni che segnalano quanto la situazione a nord sia precaria. E quanto poco basti, se si è seduti su una santabarbara, a far esplodere tutto. Operazioni come il mega-sequestro di armi a Zvecan, terza azione del genere registrata negli ultimi tre giorni. —

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