Seconda strage in 48 ore in Serbia, 21enne spara all’impazzata in strada: otto morti e tredici feriti gravissimi
Killer arrestato a casa del nonno dopo una caccia all’uomo che ha coinvolto 600 agenti di polizia

BELGRADO. Un’altra strage, la seconda nel giro di due giorni, un massacro che fa pensare a un effetto domino. La Serbia, che ancora non si era ripresa dall’orribile massacro della scuola Ribnikar - il custode e otto ragazzini uccisi da un loro compagno tredicenne -, ieri si è svegliata in un nuovo incubo. È quello che è maturato nella notte tra giovedì e venerdì in alcuni paesini della provincia profonda, a una sessantina di chilometri a sud di Belgrado, in particolare a Malo Orasje e Dubona, per mano di Uroš Blažić, 21 anni, un ragazzo del posto.
Bilancio drammatico: otto vittime

Il bilancio, drammatico: sono infatti otto le vittime cadute sotto i colpi dell’arma automatica illegalmente detenuta dal giovane, tra cui un agente di polizia, sei ragazzi e un 15enne. Ma nel bilancio finale ci sono anche quattordici feriti, tredici dei quali in pericolo di vita, ricoverati ora anche a Belgrado, dove moltissimi interventi chirurgici programmati da tempo negli ospedali sono stati posticipati a causa del super-lavoro a cui sono stati costretti medici, anestesisti e infermieri a causa degli eventi degli ultimi giorni. E dove si snodano ancora file per donare il sangue, gara di solidarietà necessaria viste le emergenze degli ultimi giorni.
Un tour della morte dopo una lite

Blažić, è emerso ieri tra le scarne notizie trapelate sull’eccidio, ha iniziato un vero e proprio “tour” della morte dopo quella che sembrava essere stata una banale lite, scoppiata giovedì sera. Infuriato, è tornato a casa, dove deteneva illegalmente un vero e proprio arsenale poi confiscato dalla polizia, con armi automatiche e pistole, munizioni e persino bombe a mano. Armato questa volta di un fucile automatico, prima di mezzanotte ha iniziato a sparare raffiche in due diversi villaggi. Secondo le ultime informazioni, ha iniziato da Malo Orasje – dove i morti sarebbero stati cinque – colpendo con raffiche dei giovani che si erano riuniti per una grigliata in un parco. «Adesso vi uccido tutti», ha gridato prima di iniziare a sparare. «Vieni qui a bere una birra», aveva risposto una delle tante vittime, che non credeva alle vere intenzioni del killer.
Preso di mira un gruppo di persone
Poi si è diretto a Dubona, a cinque chilometri di distanza, dove ha preso di mira prima un gruppo di persone di fronte a un portone e poi altre nel cortile della scuola, facendo altri tre morti. A perdere la vita sono stati soprattutto giovani, tra cui un agente di polizia, di soli 22 anni, in quello momento non in servizio, sua sorella (19 anni) e un loro amico, di 25 anni.
Il giovane ha agito per disprezzo

Uroš Blažić avrebbe agito per «disprezzo», si è limitato a dire ieri il presidente serbo Alexandar Vučić, che ha definito il ragazzo «un mostro più grande» del «piccolo mostro» della scuola Ribnikar di Belgrado. «Mentre dormivate, della madri e dei padri hanno urlato la loro disperazione, fratelli e sorelle hanno pregato perché tornaste a casa, ma purtroppo non tornerete più», si legge in un messaggio pubblicato sul gruppo Facebook “Moja Dubona”, dove tal Danijela ha postato anche la foto delle vittime, tutte giovanissime – il più piccolo aveva solo 15 anni. «Ha preso il fucile ed è andato in giro a uccidere, nel suo paese e in quelli vicini, dove i ragazzi erano sui campi di pallone o erano seduti a chiacchierare, per l’ultima volta», ha scritto la donna per commentare le scene del massacro. Massacro dopo il quale è scattata una imponente caccia all’uomo, con 600 agenti di polizia e delle forze speciali serbe dispiegate nella zona dove si riteneva si nascondesse l’uomo e oltre.
Il killer è stato arrestato
Il killer alla fine è stato arrestato. Si nascondeva lontano dalle scene del crimine, nella casa del nonno a Vinjiste, vicino a Kragujevac, località da lui raggiunta dopo aver obbligato un tassista a trasportarlo. Si è poi arreso alla polizia, senza fare resistenza. A finire in manette, anche uno zio dell’assassino e il nonno, nella cui abitazione è stato scoperto un arsenale di armi.
Un ragazzo problematico
Il ventunenne Blažić è stato definito da alcuni residenti come un ragazzo «problematico», con precedenti per «comportamenti aggressivi». Altre persone che lo conoscevano lo hanno descritto invece come un «ragazzo tranquillo». Non verrebbe però da una famiglia difficile – come d’altronde neppure il killer-ragazzino autore della strage nella scuola di Belgrado. Il padre, infatti, è un tenente colonnello, che ricoprirebbe posizioni apicali nell’esercito serbo, mentre la madre lavora all’Accademia medico-militare, uno dei più rinomati ospedali della capitale.
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