Segregati in cortile e maltrattati 67 cani e due lupi: medico arrestato
Lo psichiatra, 64 anni, lavora al Centro clinico-ospedaliero di Spalato, in Croazia. Da anni li utilizzava come animali da combattimento guadagnando durante i weekend fino a 50 mila euro

SPALATO Sono stati i vicini di casa a denunciare l’orribile situazione, rivolgendosi alle autorità per dire che decine di cani stavano vivendo in condizioni più che precarie, trasformati in animali da far pena, impauriti, traumatizzati. È bastato così un semplice controllo di polizia e guardie comunali per confermare che il vicinato aveva ragione e che il proprietario dei cani andava fermato quanto prima per porre la parola fine a quel supplizio.
L’arresto
Le forze dell’ordine hanno arrestato T.P. (la polizia ha fornito solo le iniziali), 64 anni, psichiatra del Centro clinico – ospedaliero di Spalato, che nel cortile della sua abitazione, situata in via Put Orišca, nel centro del capoluogo dalmata, teneva segregati 61 cani adulti, 6 cuccioli e 2 lupi. Contravvenendo ad ogni legge riguardante gli animali, lo psichiatra trasformava i cani in sanguinari animali da combattimento, attività – come sostenuto dalle persone che abitano in questo rione – che il 64enne avrebbe portato avanti da almeno 15-20 anni, guadagnando un sacco di soldi. Le scommesse su queste lotte illegali gli avrebbero garantito durante i weekend fino a 50 mila euro.
Le condizioni
L’associazione Amici degli animali (in croato Prijatelji života) ha emesso un comunicato sull’episodio, rendendo noto che le povere bestiole – al momento dell’arrivo di poliziotti e guardie – si trovavano in uno stato pietoso: per prima cosa, non abbaiavano o lo facevano di rado, situazione insolita quando un simile numero di cani vive assieme.
Molti di essi, o meglio dire tutti, apparivano molto spaventati in presenza di uomini adulti, oppure esternavano un comportamento particolarmente aggressivo.
Erano legati a corte catene e alcuni, sempre legati, rinchiusi in cucce anguste e tanti di loro presentavano ferite in varie parti del corpo quali inequivocabili segni dei combattimenti. Prevalentemente di razza bull e stafford, così la polizia, i cani non venivano portati a passeggio, per non dare nell’occhio, avevano due e anche tre collari muniti di lucchetto, non erano controllati dai veterinari e non venivano nutriti tramite ciotole in quanto lo psichiatra e i suoi collaboratori si limitavano a lanciare pezzi di carne. I contenitori dell’acqua erano luridi, con i cani che si sono lanciati avidamente sulle ciotole pulite non appena possibile.
Gli incroci
I due lupi, così la Società degli animali, venivano utilizzati per gli incroci, al fine di mettere al mondo esemplari quanto più feroci. «Ci ha fatto molto male vedere una femmina di kangal – si legge nel comunicato – che si mordeva la propria zampa perché considerata un corpo estraneo quale conseguenza dei traumi patiti». Diversi di questi cani sono stati accolti in rifugi dalmati, con la Città di Spalato che per legge deve ora provvedere al sostentamento degli animali rimasti.
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