Più spesa per la Difesa: la sinistra in Slovenia vuole un referendum
Levica, parte della maggioranza di governo, lancia l’idea. Il premier Golob mira a impegni concreti entro maggio

La situazione geopolitica globale è sempre più aggrovigliata, soprattutto a causa degli stravolgimenti negli Usa di Trump e del quadro in Ucraina. Proprio per questo l’Ue preme sull’acceleratore sulle spese militari. In Slovenia non tutti sono d’accordo: Levica (Sinistra), partito parte della maggioranza, ha addirittura evocato il ricorso a un referendum consultivo sulle posizioni che Lubiana dovrebbe tenere sulla Difesa.
A lanciare il sasso è stato Matej Tašner Vatovec, capogruppo di Levica in Parlamento, che ha anticipato che il partito vuole promuovere un dibattito nazionale e non solo politico «sull’aumento sproporzionato delle spese per forze armate e armamenti» che si prepara in Europa, Slovenia inclusa. Per lui, l’Europa avrebbe imboccato la via sbagliata. Non solo per l’aumento massiccio delle spese militari, ma anche in generale nel “Libro bianco sulla Difesa” con gli appelli agli europei a prepararsi a sostenere in autonomia le prime 72 ore in caso di crisi o conflitto. «Riteniamo – ha precisato Tašner Vatovec – che questa retorica non solo spinga per un eccessivo riarmo, ma anche istilli la paura di una guerra sul suolo europeo».
Un approccio «pericoloso». Perché? Soprattutto perché ciò potrebbe portare a una riduzione del welfare, mentre crescono le spese militari e la sinistra slovena intende reagire. Tašner Vatovec ha infatti spiegato che si muoverà, a Lubiana, per chiedere lumi nelle Commissioni competenti. Non solo, anche domandando che i rappresentanti sloveni nella Ue e nella Nato si battano affinché non venga superato il limite dell’1,5% di Pil da investire nella Difesa. Il politico sloveno ha poi richiamato la possibilità di un referendum consultivo, proprio per tastare il polso degli sloveni sul tema.
Solo un’uscita estemporanea? Non sembra. L’altra “stampella” della maggioranza, i Socialdemocratici, hanno infatti spiegato di «sostenere potenzialmente il rafforzamento delle capacità di difesa e il rispetto degli impegni internazionali». Ma la corsa al “riarmo” «deve essere portata avanti in un modo che non metta a rischio cruciali priorità sociali» e dunque dovrebbe appoggiarsi su un «ampio consenso» sul tema. Come verificare se c’è? Forse con un referendum.
Nel frattempo, il premier Golob ha però confermato che una risoluzione sulla Difesa sarà elaborata dal governo entro maggio, prima del vertice Nato, perché la Slovenia «deve dimostrare agli alleati che rispetta gli impegni internazionali». Ed è un’illusione pensare a un’Europa di per sé sicura e «dire che non dobbiamo spendere di più sulla sicurezza, ma invece si deve, per assicurarla a tutti gli sloveni e alle future generazioni», ha spiegato Golob in Parlamento. —
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