Stato islamico moderato verso la nascita a Tirana

Il premier albanese Rama ha svelato all’Onu il progetto per l’ordine Bektashi. «Un nuovo centro di moderazione, tolleranza e pace» in un’area di 0,10 kmq

La redazione
Il premier albanese Edi Rama durante il suo intervento davanti all’Assemblea generale dell’Onu
Il premier albanese Edi Rama durante il suo intervento davanti all’Assemblea generale dell’Onu

Altro che Liberland, stato immaginario che ha suscitato curiosità e polemiche nell’ultimo decennio, “libera repubblica” auto-fondata e non riconosciuta da nessun stato reale. Nei Balcani sta invece per nascere un microstato a tutti gli effetti, il più piccolo al mondo. E si tratta di un’iniziativa delle massime autorità politiche che lo ospiteranno in un futuro non lontano sul proprio territorio. Territorio, quello dell’Albania, che potrebbe presto accogliere una sorta di Vaticano islamico moderato.

Ad annunciarlo è stato il fautore dell’iniziativa, il premier albanese Edi Rama, che durante un discorso all’Assemblea generale dell’Onu ha svelato che il suo governo intende «trasformare il nostro ordine musulmano Bektashi in uno Stato sovrano all’interno della nostra capitale, Tirana», Stato che avrà la naturale funzione di essere un «nuovo centro di moderazione, tolleranza e pace» per tutto il globo. Bektashi che sono un’antica confraternita islamica sufi, con radici nel XIII secolo e cacciata dalla Turchia ai tempi di Ataturk. È di casa e ha il suo centro in Albania dal 1925, dove ha un forte seguito (il 10% dei musulmani locali sono bektashi) e dove gode di generale stima e apprezzamento fra la gente, e ha seguaci, molti, anche in altri Paesi balcanici, in particolare in Kosovo e Macedonia del Nord, come pure in Turchia.

Le caratteristiche della confraternita, assai particolari: i suoi leader religiosi e i fedeli praticano infatti un Islam largamente moderato e tollerante. Si prega solo due volte al giorno, non necessariamente verso la Mecca, non ci sono dogmi particolari, le donne non devono portare il velo, il Ramadan non è obbligatorio, il consumo di alcol non è strettamente vietato – anzi, la rakija compare persino in alcune cerimonie – e proselitismo e soprattutto estremismo non sono ammessi. Queste posizioni eterodosse hanno convinto numerosi sunniti e sciiti a considerare i bektashi come eretici, anche perché questi ultimi dimostrano grande apertura verso altre religioni e filosofie, secondo il principio che tutto deve essere basato «sull’amore e sulla gentilezza», la linea di Hajii Dede Baba Mondi. Baba Mondi, ex militare, dal 2011 leader spirituale dei bektashi, che sarà il futuro capo di uno Stato islamico di 0,10 kmq, un quarto del Vaticano, che dovrebbe comprendere l’attuale quartier generale dell’ordine, a Tirana, con una grande sala per le preghiere, museo, biblioteca, uffici. La cittadinanza? Dovrebbe essere garantita solo al clero, sul modello vaticano.

Il solco è tracciato, ha rivelato lo stesso Rama al New York Times prima di parlare all’Onu, spiegando che Tirana vuole preservare e promuovere «una ricchezza» come i fedeli bektashi, un tesoro che ha come base «una tolleranza che non dobbiamo credere garantita». Da qui l’idea di concedere l’indipendenza a quello che sarà chiamato lo “Stato sovrano dell’Ordine Bektashi”, un passo su cui starebbero già lavorando giuristi e funzionari pubblici, prima che il progetto possa passare al vaglio del Parlamento. Ma l’opposizione di centrodestra promette già battaglia, con il leader Berisha che ha accusato Rama di voler sfruttare i bektashi per distogliere l’attenzione della gente dai problemi reali.

Felici sono invece i bektashi. Di «miracolo» ha parlato lo stesso Baba Mondi, che ha auspicato un rapido sì alla nascita del microstato islamico e il sostegno dell’Occidente all’idea. «Ce lo meritiamo», ha assicurato, perché «siamo gli unici nel mondo che dicono la verità sull’Islam e non la mescolano con la politica». —

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