Stop a Schengen, arrestati 108 passeur in 9 mesi al confine fra Italia e Slovenia

LUBIANA Controlli non capillari, ma a campione – per provocare meno disagi a turisti e lavoratori – ma comunque efficaci, almeno in chiave anti-immigrazione irregolare. Sono quelli confinari alla frontiera tra Italia e Slovenia, ripristinati – per decisione congiunta dei ministeri competenti dei due Paesi – con la sospensione di Schengen il 21 ottobre del 2023, ritorno al passato deciso per meglio vigilare sul rischio terrorismo, ma anche per arginare i flussi migratori.
Il report
Quale il bilancio? Lo ha fatto il ministero degli Interni italiano nel cosiddetto “Dossier Viminale”, rapporto pubblicato in questi giorni e dedicato proprio alle attività delle forze di polizia. Forze che, sul confine sloveno, hanno operato in circa nove mesi ben 500 mila controlli ai valichi con la Slovenia, si legge a pagina 42 del rapporto reso pubblico dal dicastero dell’Interno. Molti i veicoli controllati, più di 260 mila. Ma altre cifre suggeriscono che i controlli hanno funzionato nella lotta contro l’immigrazione irregolare. Secondo il Viminale, infatti, solo sul confine italo-sloveno sono stati 3.846 i migranti non regolari individuati e fermati dalle forze dell’ordine italiane. E 211 le persone arrestate, di cui ben 108 per «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina».
La rotta balcanica
Meno passeur in circolazione che sono uno degli elementi che hanno sicuramente contribuito al vero e proprio crollo di arrivi in Italia nei primi sette mesi del 2024, –62,3%% rispetto allo stesso periodo dell’anno sorso – mentre in contemporanea sono cresciuti ancora una volta gli sbarchi in Spagna e anche in Grecia. Pochi sono invece quelli che ancora usano la via dei Balcani, la cosiddetta “Balkan Route”, che ha registrato anche secondo dati italiani, che rispecchiano quelli di Frontex, un calo di ben il 75% su base annua. La sospensione di Schengen, ricordiamo, è stata prolungata fino al 18 dicembre di quest’anno – con decisioni simili prese anche dalla vicina Slovenia nei confronti di Croazia e Ungheria. Quel giorno scadrà la proroga della sospensione del Trattato. E solo a quel punto, se la situazione internazionale lo permetterà, si tornerà al pre-sospensione di Schengen, un passo caldeggiato da molti su entrambe le parti del confine, in particolare in vista di Gorizia-Nova Gorica, Capitale europea della cultura 2025.
In Slovenia
Ma l’attenzione alla possibile minaccia terroristica e all’immigrazione è tema caldo anche in Slovenia. Nei giorni scorsi è andato così in scena un vertice tra alti dirigenti delle polizie di Slovenia e Croazia, proprio per coordinare meglio le azioni per individuare i migranti irregolari in viaggio sulla parte più settentrionale della Rotta balcanica. Azioni che, al momento, includono anche sorveglianza congiunta e pattuglie miste – quasi mille negli ultimi mesi – oltre ai consueti controlli a campione ai valichi. E quest’anno sono stati ben 349 i passeur arrestati in Slovenia, mentre cercavano di trasportare verso nord quasi 2 mila stranieri senza documenti in regola. —
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