Stop a Shengen, tra Slovenia e Croazia traffico scorrevole e niente file

Lubiana ha fatto scattare la misura alla mezzanotte di sabato. I poliziotti alla frontiera con Zagabria: «Stop solo ai veicoli sospetti». Fino a mezz’ora di attesa invece dall’Ungheria

Stefano Giantin

Controlli blandi, non a tappeto ma a discrezione degli agenti in servizio e solo sui soggetti considerati “sospetti”, replicando in pratica il modello austriaco. E, per ora, pochi disagi per gli automobilisti. Si può riassumere così la prima giornata di ritorno all’epoca pre-Schengen ai confini tra Slovenia, Ungheria e Croazia, dopo la decisione di Lubiana di ripristinare i controlli ai valichi con i Paesi vicini, presa come reazione alla speculare mossa dell’Italia. I controlli sono scattati alla mezzanotte in punto di sabato, sia ai posti di frontiera principali, come quello di Obrezje-Bregana, sull’autostrada tra Zagabria e Lubiana, sia a quelli secondari, in tutto 12 valichi dove la polizia slovena è ricomparsa e vi rimarrà per almeno dieci giorni, sempre che la sospensione di Schengen non venga prolungata. Sospensione che non va letta, almeno in Slovenia, come ritorno completo al pre-Schengen. «Non conduciamo controlli sistematici», auto per auto, ma «lo facciamo solo quando riteniamo sia necessario», hanno spiegato gli agenti al valico di Obrezje, fra i 12 dove possono transitare tutti i viaggiatori in transito, a prescindere dalla nazionalità e dal passaporto in tasca, mentre per quelli extra-Ue - o non in possesso di permesso di soggiorno - sono ora off-limit i posti di frontiera secondari, tra cui alcuni riservati solo ai residenti di entrambe le parti del confine e ai transfrontalieri, varchi che non saranno tuttavia presidiati dalla polizia. È «tutto simile a quanto accadeva nei mesi passati, quando seguivamo un veicolo sospetto e poi lo fermavano per un check. Ora i controlli avvengono direttamente alla frontiera», hanno illustrato i funzionari di polizia all’agenzia di stampa slovena Sta. Sta che ha confermato l’impressione che si può avere osservando le webcam ai valichi che mostrano traffico scorrevole, senza attese o code, con molti turisti e viaggiatori che non si sono neppure accorti del cambiamento, anche se i media di Zagabria hanno posto l’accento sui disagi registrati in alcuni momenti a certi valichi principali, con tempi di sosta più lunghi.

Lunghi, circa mezz’ora, sono stati invece i tempi di attesa medi in ingresso dall’Ungheria alla Slovenia, a Pince e Dolga Vas. Cambiamento comunque «comprensibile, va bene così, ci sono troppi migranti», ha detto un turista alla Sta; altri intervistati, in testa quelli in viaggio verso l’Austria, hanno giustificato il ritorno ai tempi pre-Schengen col rischio terrorismo. Proprio lì, entrando dalla Slovenia all’Austria, troveranno altri checkpoint, installati dalla polizia di Vienna mesi fa in chiave anti-migranti, come fatto anche da Cechia, Slovacchia, Germania, Danimarca, Polonia, Norvegia.

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