Studenti croati in gita in Serbia travolti dall’odio sui social

Alcuni studenti di Legge croati sono finiti nel mirino di frange estremiste e di nazionalisti perché “colpevoli” di aver organizzato una gita a Belgrado
Stefano Giantin
La locandina del viaggio degli studenti croati a Belgrado
La locandina del viaggio degli studenti croati a Belgrado

BELGRADO Cicatrici ancora aperte e vecchi odi mai sopiti - non curati da una riconciliazione sincera - continuano a fare danni, nei Balcani. Lo stanno scoprendo, loro malgrado, degli studenti di Legge croati, nel mirino di frange estremiste e di nazionalisti perché “colpevoli” di aver organizzato una solo all’apparenza banale gita all’estero: nell’ancora odiata, da qualcuno, Belgrado. Il caso, che sta avendo grande eco sia in Croazia sia in Serbia, vede come protagonista il cosiddetto “Studentski zbor Pravnog fakulteta Sveucilista u Zagrebu”, ossia l’Assemblea dei futuri giuristi che oggi studiano alla Facoltà di Giurisprudenza dell’ateneo della capitale croata.

Assemblea che nei giorni scorsi ha annunciato una visita d’istruzione di tre giorni e due notti a Belgrado, costo 150 euro, a coprire vitto e alloggio all’Hotel Srbija, viaggio in pullman fino al vicino Paese balcanico, visite a musei - inclusa la Casa dei Fiori di Tito - e incontri con i colleghi serbi. «Avrete la possibilità di assaporare lo charme di Belgrado», da sempre meta ambita per i turisti degli altri Paesi della ex Jugoslavia, attratti soprattutto dalla vita notturna e di poter godere dell’ospitalità «della Facoltà di Legge» belgradese, si legge nell’annuncio. Annuncio che, tuttavia, ha provocato una vera e propria valanga di insulti e commenti negativi sui social.

«Portate anche i vostri professori e genitori e rimanete là» in Serbia, all’ombra «di Tito e di Vučić», il commento di Ivan sul web. «Viaggerete in trattore, sola andata?», si è chiesto invece tal Zdenko, un triste riferimento alle decine di migliaia di sfollati serbi dalla Croazia dopo l’Operazione Tempesta, costretti a lasciare per sempre le proprie case e a rifugiarsi a Belgrado dopo una fuga su carri e trattori. «Rimaneteci» a Belgrado, ha rincarato anche Miroslav.

Ma l’attacco più duro è arrivato dall’ex deputato dell’Hdz Stevo Culej, che via social media avrebbe augurato agli studenti croati “traditori” di «venire massacrati come maiali» in Serbia, hanno riportato i media di Zagabria.

«Condanniamo i discorsi d’odio», la replica dell’associazione degli studenti. Che, malgrado tutto, ha promesso andrà avanti con la gita come «da desiderio degli studenti» - sicuramente non irrigiditi da odi nazionalistici.

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