Tajani al Forum Italia-Serbia a Trieste: «Belgrado nell’Unione europea prima del 2030»

Il ministro degli Esteri ha garantito al premier Vucevic l’impegno del governo a sostenere e ad anticipare l’allargamento. Il primo ministro serbo: «Senza di noi l’Europa non è completa»

Piero Tallandini
Vucevic e Tajani (Foto Bruni)
Vucevic e Tajani (Foto Bruni)

TRIESTE. Il forum imprenditoriale Italia-Serbia in corso venerdì 24 maggio a Trieste può rappresentare un passo avanti nel percorso di allargamento dell’Unione europea nell’area balcanica almeno a giudicare dalle dichiarazioni del ministro degli Affari Esteri e vicepremier Antonio Tajani e del premier serbo Milos Vucevic, al suo primo impegno istituzionale all’estero dopo il conferimento dell’incarico.

L’ALLARGAMENTO

«Ho ribadito con fermezza – ha affermato Tajani nel corso della conferenza stampa conclusiva - l’impegno dell’Italia a sostenere l’ingresso della Serbia nell’Unione europea e faremo di tutto affinché i tempi siano i più rapidi possibile e si possa anticipare il termine fissato dal presidente Michel del 2030. Consideriamo i Balcani occidentali garanti della stabilità in tutta l’area». «Vogliamo aderire pienamente all’Unione Europea – ha rimarcato Vucevic –, senza i Paesi dei Balcani occidentali l’Europa non è completa».

«La Serbia – ha aggiunto – conserverà sempre la pace e la tranquillità dei Balcani, perché è il nostro interesse nazionale». «Su alcune cose forse non siamo proprio d’accordo al cento per cento – ha osservato il primo ministro serbo –, però business ed economia sono proprio quello che ci può collegare al cento per cento». «Invito gli operatori economici, sia serbi sia italiani - ha aggiunto Vucevic - a mettersi in contatto, a collaborare. Invito gli operatori economici italiani a venire in Serbia e vedere direttamente sul territorio che cos’è la Serbia e cosa rappresenta e sono sicuro che sarete più vicini alla decisione di investire da noi. Io auguro veramente tutto il bene del mondo al popolo italiano e allo Stato italiano come lo auguro al mio popolo e al mio Stato».

LA SESSIONE CONGIUNTA

Il primo ministro serbo ha chiesto a Tajani di trasmettere alla premier Giorgia Meloni l’invito a organizzare «una sessione congiunta dei nostri due governi che si potrebbe tenere a Belgrado».

CONSIGLIERE DIPLOMATICO PER IL FVG

«Ho deciso di nominare un Consigliere diplomatico per il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga – ha annunciato Tajani –. Un Consigliere diplomatico in una Regione di confine come il Friuli Venezia Giulia, in una città come Trieste, dalla forte vocazione per l’export, contribuirà a rafforzare i legami del Friuli con i Paesi vicini e anche a qualificare la sua proiezione internazionale». Tajani ha sostenuto di vedere il Friuli Venezia Giulia «protagonista della diplomazia economica, un ruolo non solo simbolico ma operativo, di ambasciatore nei confronti dei paesi balcanici. Trieste in particolare è simbolo operativo della diplomazia della crescita».

INVESTIMENTI PER L’ENERGIA

Cassa Depositi e Prestiti (CDP) ha erogato un finanziamento da 100 milioni di euro a favore della utility Elektroprivreda Srbije Beograd (EPS), principale e più grande impresa del settore elettrico della Serbia. Lo scopo del finanziamento è garantire sicurezza energetica serba e sostenere la decarbonizzazione del settore elettrico del Paese, accelerando la transizione green dei Balcani Occidentali. È stato annunciato al Forum Italia-Serbia di Trieste e si inserisce nella strategia di CDP nei Balcani Occidentali. L'investimento di CDP, a cui si aggiunge un ulteriore finanziamento da 300 milioni dalla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e uno da 100 milioni dell'Istituto di Promozione Nazionale tedesco KfW, sostiene il processo di decarbonizzazione.

La Serbia infatti come ha spiegato Paolo Lombardo, direttore della Cooperazione internazionale allo sviluppo di Cassa Depositi e Prestiti, «Paese con il quale collaboriamo da anni, è ancora molto dipendente dal carbone». La EPS dovrà aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (soprattutto eolica e solare) e la decarbonizzazione del proprio portafoglio entro il 2050 e l'adozione di politiche di inclusione e parità di genere. Le risorse di CDP saranno dunque vincolate a criteri di sostenibilità, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite. Con il meccanismo «policy-based», il programma di finanziamento è legato alla progressiva liberalizzazione del settore energetico in Serbia, anche con concessioni e gare d'appalto nel settore delle rinnovabili che potranno generare opportunità per le imprese italiane. Il finanziamento di CDP è la terza operazione nel Paese nel 2024 e la Serbia ha sviluppato un interscambio con l'Italia di 3,7 miliardi di euro nel 2023.

Riproduzione riservata © il Nord Est