Tajani a Belgrado auspica stabilità: «Vi aiuteremo a entrare nell’Ue»
Il vicepremier promette di accelerare sull’allargamento: il 10 febbraio vertice a Roma sui Balcani

L’Italia? Auspica dialogo e pacificazione, in quella Serbia scossa dalle massicce ma pacifiche proteste degli studenti post-tragedia di Novi Sad. E promette ancora una volta di fare il massimo per spingere il Paese balcanico verso la Ue. È il messaggio lanciato venerdì a Belgrado dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, sbarcato nella capitale per partecipare al Forum Imprenditoriale Italia-Serbia, “bis” di quello di Trieste dell’anno scorso, evento focalizzato in particolare sui temi della transizione energetica, di agritech e industria 5.0, con oltre 400 aziende dei due Paesi presenti.
Le turbolenze a Belgrado
Ma, inevitabilmente, le tensioni politiche e di piazza che stanno provocando forti turbolenze a Belgrado sono diventate argomento di discussione. «Noi siamo rispettosi delle vicende interne della Serbia», ha così esordito Tajani appena atterrato a Belgrado, aggiungendo che Roma spera «che ci possa essere un dialogo e la Serbia possa continuare a essere un Paese protagonista». D’altronde, un fattore chiave è «la stabilità», non solo per Belgrado ma «per l’intera regione dei Balcani», ha spiegato il titolare della Farnesina, interpellato sulla crisi di governo in corso a Belgrado.
Dialogo, no all’uso della forza
Di certo, ha successivamente ribadito, «deve prevalere il dialogo e non deve esserci l’uso della forza né tantomeno della violenza da parte degli studenti. Mi auguro che la Serbia in pochissimi giorni torni ad avere una situazione più serena». E «apprezzo l’atteggiamento di Vučić di disponibilità e ascolto dei giovani», ha sostenuto.
L’appoggio di Roma
Belgrado – come anche tutte le altre capitali balcaniche – potrà sempre contare sull’appoggio di Roma per quanto riguarda l’accidentato processo d’adesione alla Ue. «Noi vogliamo essere ambasciatori della Serbia e dei Balcani a Bruxelles», ha garantito il ministro, specificando che il desiderio dell’Italia è quello di «accogliervi il prima possibile nella famiglia Ue». Come accelerare l’integrazione, malgrado tante promesse ancora in stallo? «Il 10 febbraio ho invitato a Roma tutti i miei colleghi ministri degli Esteri» dei Balcani occidentali, ma anche la neo-Alto rappresentante Ue agli Esteri «Kallas, la commissaria Kos e i ministri del gruppo degli Amici dei Balcani, proprio perché vogliamo imprimere una accelerazione al processo di adesione», ha anticipato Tajani.
Accorciare i tempi
«Non sono soltanto dichiarazioni, ma stiamo cercando di coinvolgere le istituzioni comunitarie affinché si rendano conto di quanto sia importante accorciare i tempi della vostra adesione», ha assicurato il ministro alle controparti serbe.
Parole, quelle di Tajani, che sono state apprezzate dal presidente Vučić, che ha lodato l’appoggio di Roma e spiegato che l’Italia non ha mai cercato «mancanze nella Serbia». E ha poi assicurato che le autorità al potere «continueranno a proteggere la stabilità del nostro Paese e saremo molto flessibili verso chi non la vede come noi, finché qualche tipo di violenza non metta a rischio quella stabilità», un riferimento alle proteste in corso.
Proteste e dimissioni
Proteste e dimissioni del premier Vučević che hanno di fatto causato il forfait della premier Meloni e il rinvio del vertice intergovernativo italo-serbo precedentemente in agenda. «Mi dispiace che Meloni non sia potuta venire», ha così ammesso Vučić. Di certo, ha svelato, un nuovo governo potrebbe nascere a breve. E, a quel punto, forse già nel giro di qualche settimana, Meloni potrebbe finalmente giungere a Belgrado.
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