Tajani a Belgrado auspica stabilità: «Vi aiuteremo a entrare nell’Ue»

Il vicepremier promette di accelerare sull’allargamento: il 10 febbraio vertice a Roma sui Balcani

Stefano Giantin
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani con il presidente della Repubblica serba, Aleksandar Vucic Foto Ansa
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani con il presidente della Repubblica serba, Aleksandar Vucic Foto Ansa

L’Italia? Auspica dialogo e pacificazione, in quella Serbia scossa dalle massicce ma pacifiche proteste degli studenti post-tragedia di Novi Sad. E promette ancora una volta di fare il massimo per spingere il Paese balcanico verso la Ue.  È il messaggio lanciato venerdì a Belgrado dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, sbarcato nella capitale per partecipare al Forum Imprenditoriale Italia-Serbia, “bis” di quello di Trieste dell’anno scorso, evento focalizzato in particolare sui temi della transizione energetica, di agritech e industria 5.0, con oltre 400 aziende dei due Paesi presenti.

Le turbolenze a Belgrado

Ma, inevitabilmente, le tensioni politiche e di piazza che stanno provocando forti turbolenze a Belgrado sono diventate argomento di discussione. «Noi siamo rispettosi delle vicende interne della Serbia», ha così esordito Tajani appena atterrato a Belgrado, aggiungendo che Roma spera «che ci possa essere un dialogo e la Serbia possa continuare a essere un Paese protagonista». D’altronde, un fattore chiave è «la stabilità», non solo per Belgrado ma «per l’intera regione dei Balcani», ha spiegato il titolare della Farnesina, interpellato sulla crisi di governo in corso a Belgrado.

Dialogo, no all’uso della forza

Di certo, ha successivamente ribadito, «deve prevalere il dialogo e non deve esserci l’uso della forza né tantomeno della violenza da parte degli studenti. Mi auguro che la Serbia in pochissimi giorni torni ad avere una situazione più serena». E «apprezzo l’atteggiamento di Vučić di disponibilità e ascolto dei giovani», ha sostenuto.

L’appoggio di Roma

Belgrado – come anche tutte le altre capitali balcaniche – potrà sempre contare sull’appoggio di Roma per quanto riguarda l’accidentato processo d’adesione alla Ue. «Noi vogliamo essere ambasciatori della Serbia e dei Balcani a Bruxelles», ha garantito il ministro, specificando che il desiderio dell’Italia è quello di «accogliervi il prima possibile nella famiglia Ue». Come accelerare l’integrazione, malgrado tante promesse ancora in stallo? «Il 10 febbraio ho invitato a Roma tutti i miei colleghi ministri degli Esteri» dei Balcani occidentali, ma anche la neo-Alto rappresentante Ue agli Esteri «Kallas, la commissaria Kos e i ministri del gruppo degli Amici dei Balcani, proprio perché vogliamo imprimere una accelerazione al processo di adesione», ha anticipato Tajani.

Accorciare i tempi

«Non sono soltanto dichiarazioni, ma stiamo cercando di coinvolgere le istituzioni comunitarie affinché si rendano conto di quanto sia importante accorciare i tempi della vostra adesione», ha assicurato il ministro alle controparti serbe.

Parole, quelle di Tajani, che sono state apprezzate dal presidente Vučić, che ha lodato l’appoggio di Roma e spiegato che l’Italia non ha mai cercato «mancanze nella Serbia». E ha poi assicurato che le autorità al potere «continueranno a proteggere la stabilità del nostro Paese e saremo molto flessibili verso chi non la vede come noi, finché qualche tipo di violenza non metta a rischio quella stabilità», un riferimento alle proteste in corso.

Proteste e dimissioni

Proteste e dimissioni del premier Vučević che hanno di fatto causato il forfait della premier Meloni e il rinvio del vertice intergovernativo italo-serbo precedentemente in agenda. «Mi dispiace che Meloni non sia potuta venire», ha così ammesso Vučić. Di certo, ha svelato, un nuovo governo potrebbe nascere a breve. E, a quel punto, forse già nel giro di qualche settimana, Meloni potrebbe finalmente giungere a Belgrado.​​​​​​

 

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