Tajani in missione in Slovenia e Croazia: «Sì a pattuglie miste sul confine bosniaco»

L’iniziativa prenderà forma nel prossimo trilaterale a Roma.

«Questo sforzo però non basta, serve l’impegno di Bruxelles»

Mauro Manzin
Tajani con la ministra degli Affari esteri slovena, Tanja Fajon Foto ANSA/CLAUDIO PERI
Tajani con la ministra degli Affari esteri slovena, Tanja Fajon Foto ANSA/CLAUDIO PERI

L’immigrazione irregolare e l’integrazione in Europa nei Balcani occidentali sono stati i due temi principali trattati dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani nel corso delle sue visite di venerdì in Croazia e in Slovenia.

Dagli incontri avuti con il collega croato, Gordan Grlić-Radman prima e con il capo della diplomazia slovena Tanja Fajon nel pomeriggio sono state poste le basi per la creazione di pattuglie miste di agenti italiani, sloveni e croati per pattugliare assieme il confine lungo 3 mila chilometri che dal Montenegro arriva fino alla Serbia passando per la Bosnia-Erzegovina.

«Ci siamo trovati spesso in sintonia con la ministra Fajon in sede europea - ha affermato Tajani - sul tema delle migrazioni irregolari, per questo ci siamo dati appuntamento a Roma nelle prossime settimane insieme a Slovenia e Croazia per trovare una forma di collaborazione per quanto riguarda la rotta balcanica. Il problema comunque rimane un problema europeo, perché non basta la nostra collaborazione, servono risposte europee».

«Nell'incontro in programma a Roma - ha precisato il responsabile della Farnesina - abbiamo intenzione di rafforzare e coordinare il lavoro delle polizie di Italia, Slovenia e Croazia per affrontare il problema sul terreno. Ma vogliamo trovare anche un punto d'incontro per portare le soluzioni a Bruxelles, perché con l'Italia da sola o solo con Slovenia e Croazia la questione migratoria non viene risolta». Sulla stessa linea anche il collega croato Grlić-Radman: «È necessario trovare una risposta europea adeguata che tuteli gli interessi e la sicurezza dell'Ue e soprattutto dei Paesi che sono i primi ad essere colpiti, come la Croazia e l'Italia».

In questo contesto, ha sottolineato l'importanza di armonizzare a livello europeo le politiche sui visti con i Paesi che hanno un regime senza visti con l'Ue.

Da sottolineare che a gennaio e febbraio di quest'anno, dopo l'ingresso della Croazia nell'area Schengen, la polizia slovena ha intercettato un numero di migranti irregolari 4 volte superiore rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (5.162 quest'anno e 1.295 nello stesso periodo l'anno scorso).

La maggioranza erano cittadini afghani, che rappresentano un buon quinto di tutti, seguiti da marocchini, russi e cubani. Tajani ha anche ribadito che la «stabilità dei Balcani occidentali è molto importante» per l'Italia e per la Croazia, tra l'altro, perché significa anche un minore «afflusso di migranti illegali».

«La stabilizzazione delle migrazioni irregolari lungo la rotta balcanica - ha poi precisato - passa anche tramite l'allargamento dell'Unione europea ai Paesi dei Balcani occidentali, a partire dalla Bosnia-Erzegovina».

A Zagabria Tajani ha incontrato il premier Andrej Plenković al quale ha ribadito che «le relazioni politiche ed economiche con la Croazia sono una priorità del governo, anche per rafforzare il ruolo da protagonista dell’Italia nei Balcani occidentali». A Lubiana ha visto anche il primo ministro Robert Golob al quale ha ribadito che «laSlovenia è partner economico-commerciale di grande importanza per l'Italia e porta di accesso alla regione balcanica»,e il capo dello Stato Nataša Pirc-Musar la quale ha sottolineato come gli ottimi rapporti tra i due Paesi vengano arricchiti dalla presenza delle due minoranze.

Il ministro Tajani a Zagabria ha incontrato il presidente dell’Unione Italiana Maurizio Tremul e il vicepresidente del Parlamento croato nonché pilastro della Comunità italiana nel Paese, Furio Radin (a Lubiana ha visto il deputato italiano Felice Žiža).

«L’importanza che l’Italia dà alla sua minoranza in Croazia e Slovenia - ha spiegato Radin - è stato dimostrato dal fatto che sono stato presente a tutti gli incontri del ministro Tajani come membro della sua delegazione». Tremul ha consegnato a Tajani un memorandum sui punti ancora aperti del trattato italo-croato del 1994.

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