Tra Belgrado e il mare: mille chilometri di pista ciclabile per un turismo green
Premiato dalla European Greenways Association il progetto di un itinerario destinato a collegare vari Paesi dell’ex Jugoslavia

BELGRADO Una ciclabile da sogno – che però ora ha tutti gli elementi che potrebbero portarne alla realizzazione concreta – a collegare vecchi nemici, su una vecchia dismessa ferrovia mai dimenticata. Il tutto, per dare nuovo impulso al turismo nei Balcani. Balcani dove una buona notizia è quella del premio assegnato quest'anno dalla European Greenways Association (Egwa), associazione creata per promuovere la costruzione di ciclabili e il turismo sostenibile, alla “Yugo cycling campaign”, organizzazione di appassionati delle due ruote con base a Belgrado che da quasi un decennio si batte per la creazione di una ciclabile dal Danubio all’Adriatico: pista affettuosamente battezzata il “Giro di Ciro”, così come veniva chiamato il trenino a scartamento ridotto che fino agli Anni Sessanta collegava Belgrado e Sarajevo.
Le tracce della vecchia ferrovia
Il trenino non c’è più, ma sulle tracce della vecchia ferrovia – e oltre – si può realizzare una ciclabile avvicinando Paesi in passato in guerra e anche oggi spesso conflittuali e portando turisti da tutto il mondo nel cuore dei Balcani: ecco l’idea dietro il progetto. Progetto che parte da un presupposto: «Le aziende ferroviarie oggi non sono interessate a far correre treni su vecchie linee», magari senza più infrastrutture o binari, come la Belgrado-Sarajevo, si legge sul portale che traccia le direttrici dell’iniziativa premiata all’Egwa. Servono allora altre «forme di rivitalizzazione senza grandi investimenti finanziari». E una ciclabile è la soluzione più elegante e rapida da attuare. Quella di “Ciro”, se effettivamente realizzata – alcune parti sono già realtà - sarà una delle più lunghe in Europa, circa mille chilometri, con partenza da Belgrado, dove già oggi confluiscono le ciclabili europee Eurovelo 6 e 11.
Il Giro di Ciro
E da Belgrado dovrebbe partire in un futuro prossimo il “Giro di Ciro”, ripercorrendo in parte il tracciato della vecchia ferrovia e toccando Obrenovac, Cacak e Uzice in Serbia. Poi, l’ingresso in Bosnia-Erzegovina, con puntate a Višegrad, la città del ponte sulla Drina e patrimonio Unesco, Pale e poi l’affascinante Sarajevo. Da lì la ciclabile dovrebbe proseguire verso sud arrivando a Mostar, altra perla con il suo ponte prima scelleratamente distrutto dalle forze croate e poi ricostruito dov’era e com’era. Poi, a Hum, la via per le biciclette dovrebbe biforcarsi, con una direttrice verso Dubrovnik e un’altra verso il Montenegro, raggiungendo Niksic e poi Podgorica e Bar, sull’Adriatico, ricongiungendosi alla Eurovelo 8.
I parchi naturali
Il percorso ideato dalla Yugo cycling campaign ha anche il pregio di attraversare splendidi parchi naturali, come quello di Ovcar-Kablar, quello di Tara e Blidinje, senza dimenticare che la ciclabile passerà vicino a “Sargasnka Osmica”, ultimo segmento della vecchia ferrovia ancora in funzione, un’opera ingegneristica di altissimo livello tra le montagne della Serbia.
Non solo. Dopo la dismissione di tante ferrovie negli Anni Sessanta e poi ancor più dopo le guerre degli Anni Novanta, «tante comunità sono morte e, con questo progetto, avranno l’opportunità di rivivere grazie allo sviluppo economico recato dalla ciclabile», hanno sottolineato i promotori.
Il premio, consegnato a Roma dall’Egwa, «riconosce il nostro lungo lavoro effettuato per collegare i Paesi dell’ex Jugoslavia attraverso una forma di trasporto verde e una rete turistica», ha esultato Aleksandar Stanojlović, una delle anime dell’iniziativa. «Speriamo ora di trovare i soggetti» pronti a investire nell’opera «e a concretizzarla in un futuro prossimo», ha aggiunto su Facebook. E ora la palla passa a sponsor e soprattutto alle autorità, affinché non si facciano sfuggire una grande opportunità.
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