Turismo, per i B&B privati una nuova tassa in Croazia

Si parla di un aumento dell’Iva al 25%. Un simile nuovo fardello fiscale per gli addetti ai lavori significherebbe la fine di molte aziende familiari e rischi sociali
Mauro Manzin

ZAGABRIA. Ci sono 96 mila affittuari privati in Croazia. Se includiamo i membri della famiglia per i quali l'affitto di un alloggio è il loro reddito base o aggiuntivo, risulta che poco meno di mezzo milione di persone che “mangia questo pane”. La contea spalatino-dalmata è in testa con 26.000 affittuari registrati. A giudicare da quanto si sta preparando in questi giorni, per loro è in serbo una nuova tassa ossia l’aumento dell’Iva al 25%. È già colloquialmente chiamata "tassa sull'appartamento", e l'Associazione croata dei datori di lavoro la sta spingendo con forza attraverso i colloqui con il governo, scrive Slobodna Dalmacija .

Tassato il lavoro

La tesi è la seguente: qui viene tassato il lavoro, non il capitale, quindi tocca a chi accumula reddito portare il proprio fardello. All'inizio sembra logico, ma ci sono molti "se" e "ma". Il governo sta giocando con il fuoco che può mettere in discussione la stabilità sociale della Croazia, perché nel Pil il turismo rappresenta il venti per cento della "torta" economica totale e l'alloggio in famiglia ne è il fondamento.

L'ospitalità, l'edilizia, il commercio, i trasporti sono costruiti su di esso. Togli gli affittuari da un tale sistema e l'economia da Umago a Prevlaka crollerà come un castello di carte. Gli affittuari sono, senza esagerare, in un'economia così strutturata, l’ anello turistico più importante della Croazia. Barbara Marković, presidente dell'Associazione croata degli alloggi familiari, avverte che un ulteriore aumento dei prelievi metterebbe in ginocchio un intero settore, che finora ha avuto ottime performance ed è stato il miglior rappresentante del turismo croato.

78% della ricettività in famiglia

«Basta sapere che in Croazia, della capacità ricettiva totale, ben il 78 per cento è in famiglia, e che tutta l'offerta è pensata su misura per questo tipo di vacanza, per chiedersi se l'introduzione di un nuovo fiscale significherebbe la fine del turismo così come lo conosciamo da decenni?» E prosegue Marković: «La maggior parte delle famiglie che vengono in Adriatico provengono dalla classe media, per lo più dall'Europa di transizione: Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia. Questi è il cosiddetto turismo in riviera: una o due settimane di sole e mare, bagni e sdraio in spiaggia. Possiamo sopravvivere senza la loro valuta estera? Dubito».

«Con l'aumentare del prezzo degli alloggi privati - spiega Barbara Marković - perderemo tali ospiti e li stiamo già perdendo, e non siamo in grado di ospitare quelli con maggiori disponibilità perché la Croazia semplicemente non ha le strutture per una tale clientela. In questo senso, siamo ancora una destinazione dannatamente noiosa».

L’aumento dei prezzi

A causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, della flat tax e delle utenze, che ora sono pagate dagli affittuari come entità aziendali, non da privati, i prezzi degli alloggi stanno aumentando, quindi in Croazia si sta diventando non competitivi rispetto agli affittuari nei paesi del Mediterraneo. Un appartamento a Barcellona costa meno di uno nel centro di Spalato. «Chi verrà da noi anche solo per le vacanze estive in queste condizioni?», si chiede Marković. Gli affittuari "ordinari" sono in maggioranza rispetto ai rentier, quindi l'idea di imporre un'Iva del 25% agli affittuari privati rasenta la follia. Una cosa del genere farebbe crollare completamente un'intera industria. Sarebbe la fine per gli affittuari privati in Croazia, e nella Regione spalatino-dalmata, a causa del maggior numero di affittuari, il quadro sociale ne risentirebbe seriamente.

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