Una mina della seconda guerra mondiale scoperta sui fondali di Lussinpiccolo

LUSSINO Le acque dell’Alto Adriatico continuano a restituire testimonianze di quel terribile conflitto che fu la Seconda guerra mondiale. Nei giorni scorsi, stando a quanto comunicato dalla Questura di Fiume, sui fondali dell’isola di Lussino è stata rinvenuta una mina navale di proporzioni - così la polizia - alquanto ragguardevoli. Il ritrovamento è avvenuto a poca distanza dal capoluogo Lussinpiccolo, dove il residuato giaceva evidentemente da decine di anni, anche un’ottantina.
In tutto questo periodo, il micidiale ordigno non è stato scoperto perché sprofondato nello strato melmoso. Il rinvenimento, come sempre in occasioni del genere, è stato del tutto casuale, con le forze dell’ordine che hanno preferito non rendere noto il braccio di mare interessato, evitando così inutili rischi. La polizia ha fatto sapere di avere predisposto un piano per neutralizzare la mina, comprendente rimozione, trasporto in una zona adatta e quindi brillamento. Il piano coinvolgerà, oltre agli artificieri del ministero dell’Interno, anche la Potezione civile di Lussinpiccolo, la municipalità locale e le sue aziende comunali e commerciali. «Tutta quanta l’operazione dipenderà dalle condizioni meteo – si legge nel comunicato diffuso dalla polizia lussignana –. Se saranno favorevoli, si procederà a rimozione e neutralizzazione del residuato, lavoro che dovrà rispettare i più elevati standard in fatto di sicurezza. Proprio per tutelare al massimo i cittadini, nel giorno dell’operazione è possibile che la circolazione degli isolani in una zona ristretta della città venga limitata».
In tutte le altre aree di Lussinpiccolo non ci sarà alcun impedimento, né per la popolazione né per le varie attività. I lussignani, così in calce al comunicato, saranno tempestivamente informati su giorno della rimozione della mina navale, sui dettagli dell’operazione e sugli obblighi da rispettare.
Come detto, insomma, il mare nordadriatico non smette di far riemergere materiali che rimandano alla guerra: le acque del Quarnero e Quarnerolo, in particolare, di tanto in tanto riportano in superficie le famigerate e temutissime mine navali. Ricordiamo che nel marzo di un anno fa, un grosso ordigno venne fatto esplodere al largo di Fiume, con la città di San Vito blindata da eccezionali misure di sicurezza.
Il residuato, pesante ben 11 quintali venne scoperto in un’area di intenso traffico marittimo, ma occultato dal fango del fondale. Per non correre rischi, la mina fu trasportata nel bel mezzo del golfo di Fiume e fatta deflagrare tra il capoluogo quarnerino e l’isola di Cherso. Nell’agosto del 2022, il cosiddetto cacciatore di mine e ricercatore subacqueo, il fiumano Velimir Terzic – dopo i rinvenimenti a Fiume e Pago – trovò una mina navale sui fondali dell’isola di Sansego, che venne ben presto neutralizzata.
Secondo gli esperti, circa il 90 per cento delle mine disseminate nell’Adriatico nel corso del secondo conflitto mondiale sarebbe stato rimosso, ma quel 10 per cento significa decine, forse centinaia, di residuati ancora pronti ad esplodere e potenzialmente pericolosi per residenti e turisti in vacanza nella zona.
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