Urticanti e voracissimi: è allarme per i vermocani in Dalmazia

Ora si trovano anche nelle acque basse dell’Adriatico Orientale davanti alla spiagge. Causano edemi e febbre. A Rogosnizza punti due ragazzi, subito portati in ospedale
Andrea Marsanich
Vermocani in un’immagine dal sito web dell’Ogs di Trieste
Vermocani in un’immagine dal sito web dell’Ogs di Trieste

FIUME. Estate, tempo di rilassanti nuotate in mare, ma anche tempo di incontri con creature marine che possono lasciare il segno. Anche dolorosissimo e – per fortuna raramente – addirittura fatale per l’uomo.

Nelle ultime settimane si moltiplicano le notizie sulla presenza del vermocane o verme del fuoco (Hermodice carunculata) nelle acque orientali dell’Adriatico: questo anellide, lungo in media tra i 20 e i 30 centimetri, ma che può raggiungere anche il metro di lunghezza, è stato visto in diverse aree della Dalmazia, come Rogosnizza (Sebenzano), nell’isola di Brazza, poco distante da Ragusa (Dubrovnik), ma anche sui fondali dell’isola nordadriatica di Veglia.

Le punture di questa strisciante creatura causano al malcapitato di turno dei dolori molto forti in quanto le setole del verme rilasciano delle tossine urticanti che provocano edemi, pruriti, febbre, persino nausea e vertigini.

Il dolore risulta essere intenso e duraturo, come hanno potuto purtroppo constatare due ragazzini che si divertivano in mare in una spiaggia di Rogosnizza, nella Dalmazia centrale.

Sono dovuti ricorrere alle cure dei medici, venendo comunque dimessi dall’ospedale senza gravi conseguenze. Secondo il biologo marino Valter Kožul dell’Istituto per il mare e la costa dell’Università di Ragusa, la presenza del vermocane in Adriatico è pluridecennale e finora non c’erano stati problemi di alcun tipo, vivendo in acque sufficientemente profonde e non frequentate dai bagnanti.

Verme di fuoco punge bagnante a Sebenico
La redazione

Negli ultimi tempi, complice l’aumento della temperatura del mare, i vermi si sono avvicinati alle spiagge, talvolta stabilendosi in pochi centimetri d’acqua e rappresentando così un pericolo.

Sono diventati, è il caso di dirlo, invasivi, favoriti anche dal comportamento di talune persone – gente del posto o turisti – che gettano di tutto in mare, anche avanzi di cibo. «Il vermocane è voracissimo e se si lasciano in mare dei resti di qualche alimento – conclude Kožul – l’anellide arriverà e se ne ciberà. In caso di puntura, servirà del nastro adesivo a rimuovere queste famigerate setole, mentre per alleviare il dolore si dovrà applicare sulla zona colpita dell’alcol denaturato».

I vermocane si moltiplicano nel mari del Sud Italia: la campagna dell'Ogs di Trieste

Per il biologo croato Kristijan Ovari, i vermocane potrebbero essere giunti in Adriatico tramite le navi da crociera. «Non hanno nemici naturali e quindi possono riprodursi liberamente. Per indole non sono aggressivi, ma reagiscono se si sentono minacciati. Il loro veleno può essere molto pericoloso, specie per i bambini. Non vanno toccati, né infastiditi con oggetti vari e dunque bisogna lasciarli in pace e allontanarsi».

Pochi giorni fa, inoltre, sono stati visti alcuni esemplari sui fondali della località di Budua, in Montenegro.

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