Zoran Milanović si conferma presidente con il 74% dei voti in Croazia
Il politico socialdemocratico ha battuto lo sfidante dell’Hdz Primorac. Segnale al governo Plenković
Con più del 74% dei voti, contro il 25% circa del suo sfidante, il capo di Stato uscente Zoran Milanović ha stravinto domenica sera, 12 gennaio, le elezioni presidenziali in Croazia. «Questa vittoria è per me un grande riconoscimento, un atto di fiducia della gente nei miei confronti. Abbiamo inviato un messaggio a coloro che avevano bisogno di ascoltarlo e chiedo loro di ascoltarlo», ha dichiarato il politico socialdemocratico, già primo ministro dal 2011 al 2016, poi leader dell’opposizione e infine capo di Stato dal 2020.
Mano tesa al governo
«La mia mano è tesa al governo. Mi atterrò alla Costituzione e chiedo cooperazione», ha aggiunto Milanović, che ha punzecchiato gli avversari: «Facciamo un grande applauso a tutti gli elettori dell’Hdz che hanno votato per me». Decisamente più conciso il suo sfidante, Dragan Primorac, un ex ministro dell’Educazione (2003-2009) proposto come candidato dall’Hdz, il partito del premier conservatore Andrej Plenković. Senza congratularsi con Milanović, Primorac si è limitato ai ringraziamenti e a qualche nota amara. «Grazie cari croati, grazie a tutti», ha detto il candidato dell’Hdz, «con il mio programma volevo mandare il messaggio che la Croazia può e merita di meglio. Alcuni cittadini hanno ignorato le elezioni o non hanno scelto il mio programma, ringrazio anche loro». L’affluenza ieri si è fermata al 44%, in linea con il primo turno.
Una vittoria annunciata
La vittoria di Milanović non ha sorpreso gli analisti. Il capo di Stato è da mesi il politico più popolare in Croazia e aveva rischiato di vincere le presidenziali già due settimane fa, raccogliendo più del 49% dei voti al primo turno. Ma per il partito del premier Plenković si tratta comunque di una sconfitta cocente. «Spero che questo segni l’inizio della fine per l’Hdz», ha chiosato il sindaco di Spalato, il centrista Ivica Puljan. Ieri sera, il primo ministro Plenković si è rifiutato di fare le congratulazioni a Milanović, accusando i media di essere responsabili della sconfitta di Primorac, avendolo a suo dire attaccato troppo durante la campagna elettorale. «Questa non è una mia sconfitta», ha riassunto Plenković. Per il “Trump dei Balcani”, com’è stato soprannominato Milanović dalla stampa internazionale, si apre dunque un secondo mandato. La sua retorica incendiaria, che negli ultimi cinque anni non ha risparmiato niente e nessuno, continuerà ad alimentare il dibattito politico in Croazia. Il capo di Stato ha criticato la Nato e l’Ue, si è opposto più volte all’invio di armi all’Ucraina, ad aprile si è addirittura candidato alle elezioni politiche senza dimettersi dalla sua carica di presidente.
Ruolo da garante
Insomma, anche se ha un ruolo di garante privo di poteri esecutivi, Milanović si è imposto come un politico che non passa inosservato. E continuerà ad esserlo. Ciò non significa però uno spostamento della Croazia sulla mappa geopolitica dell’Europa. Zagabria rimane proeuropea e atlantista, ma il suo governo dovrà fare i conti, per altri cinque anni, con le incessanti spallate e critiche di un capo di Stato decisamente sopra le righe.
Auguri dall’Italia
Dall’Italia, intanto, gli auguri di buon lavoro al presidente croato sono arrivati da Tatjana Rojc, capogruppo del Pd nella commissione Politiche europee del Senato. «Buon lavoro al rieletto presidente Zoran Milanović, che avrà ancora il compito di rappresentare con equilibrio tutta la Croazia in patria e all’estero. La Croazia è un elemento fondamentale per la stabilità dei Balcani e un tassello importante nell’ambito della Nato, soprattutto dopo l’aggressione russa all’Ucraina. Il Paese di Milanović potrà anche collaborare alla piena integrazione di Bulgaria e Romania nell’area Schengen e alla gestione di fenomeni epocali come le migrazioni», ha dichiarato Rojc in una nota.
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