Stefani sposa la nuova rotta tracciata da Salvini: «Autonomia e sovranismo si tengono insieme»

Il segretario veneto della Lega dopo l’assise di Padova: «Nessuna contraddizione, il partito ha una sua identitàe guarda avanti senza dimenticare le sue radici. Basta alle eco-follie e no al riarmo»

Enrico Ferro
Stefani, al centro tra Zaia e Salvini
Stefani, al centro tra Zaia e Salvini

Alberto Stefani, il pre congresso della Lega a Padova si è concluso con oltre 2 mila presenze e l’annuncio di una nuova rotta per il suo partito.

Che impressione ha avuto?

«La Lega è una comunità compatta, perché ha un’identità e crede in battaglie fondamentali per il progresso come l’Autonomia. Sono contento che l’ultimo appuntamento precongressuale sul tema si sia svolto proprio in Veneto. Ieri 200 delegati e 2 mila militanti hanno sottoscritto, in occasione dell’evento, la mozione “Futuro è identità”: questa è la nuova rotta, guardare avanti senza dimenticare le nostre radici».

Matteo Salvini dice che autonomia è sovranismo: qual è la sua posizione?

«È vero. Non avrebbe senso chiedere più poteri per le Regioni e allo stesso tempo farci imporre da Bruxelles le eco-follie e gli 800 miliardi di spesa per il riarmo».

Pensa che questo posizionamento possa creare qualche problema all’interno del movimento? Gli storici militanti della Liga saranno d’accordo? Si riusciranno a conciliare queste due anime?

«La Lega è autonomista, federalista e, di conseguenza, anche sovranista. Vogliamo essere parte di un’Europa che apra la strada al dialogo, non alla guerra, e riconosca le identità dei territori».

Lei rappresenta il collegamento tra la dottrina del partito e il territorio. Pensa che il suo sarà un compito difficile?

«Partito e territorio sono la stessa cosa per la Lega. Lo abbiamo visto anche in questi mesi, in cui abbiamo aperto i gazebo per l’ascolto dei veneti: i cittadini si riconoscono nella nostra classe dirigente, fatta di centinaia di amministratori che, a loro volta si identificano con il territorio. Per questo l’amministrazione della Lega, a tutti i livelli, funziona. Il mio ruolo è sempre stato e sarà sempre quello di valorizzare questo legame».

Sabato ben tre assessori leghisti della giunta Zaia erano assenti. Cosa significa, secondo lei?

«Rispondo con le parole di un altro assessore, Federico Caner apparse ieri sul vostro giornale: la Lega si è unita. Ho occhi solo per questo: questa è l’unica cosa che conta».

Dal palco di Padova Salvini ha fatto ben capire chi sarà il suo candidato per le prossime regionali. Lei è davvero pronto?

«Noi speriamo ancora che il prossimo governatore sarà Luca Zaia, abbiamo raccolto oltre 200 mila firme per questo. Io faccio il segretario regionale e continuerò a lavorare per il bene del Veneto».

Fermo restando che si dovrà attendere la sentenza De Luca il 9 aprile, preferirebbe che si votasse in autunno o nella primavera del 2026?

«Io preferirei che si parlasse del Veneto e di quello che vogliamo fare per il futuro, le date non contano. In qualsiasi caso, avrebbe senso che Luca Zaia inaugurasse le Olimpiadi di Milano-Cortina, perché per primo, insieme a Matteo Salvini, ci ha creduto».

Cosa pensa di un eventuale ingresso di Roberto Vannacci nella Lega e di una sua promozione a vice, esattamente come lei che è militante da molti anni?

«Intanto aspettiamo che si iscriva alla Lega, chi vuole un ruolo nel partito deve essere iscritto».

Il segretario di Forza Italia Antonio Tajani è tornato ad attaccare la Lega. Può diventare un problema questo rapporto teso tra due forze della coalizione di centrodestra?

«Nessun rapporto teso. La Lega fa da collante della maggioranza e agisce in modo costruttivo».

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