Elezioni Usa, Cacciari: «Una catastrofe, vince la destra peggiore. E’ la débâcle della sinistra»
Il filosofo: «Quando c’è la crisi il popolo non fa la rivoluzione ma vota per questi. Sceglie l’originale al posto dei Biden e Clinton che scimmiottano il neoliberismo»
«Quando c’è crisi il popolo non fa la rivoluzione, ma vota a destra. E quando i democratici e la sinistra scimmiottano politiche di destra, l’elettore sceglie l’originale. Ed eccoci qua. Come va…?!? E come vuoi che vada…!?! è una vittoria netta e schiacciante, mi pare evidente. Almeno non ci saranno guerre civili e non ci saranno sommosse, come l’altra volta».
Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, scuote la testa. Non è mai stato convinto della vittoria dei Democratici. Ma le proporzioni della sconfitta di Harris adesso appaiono in tutta la loro importanza.
Un’affermazione così di Trump non se l’aspettava.
«Diciamo che anche i settori sociali che tradizionalmente votano democratico si sono spostati a destra. I giovani, le donne, gli ispanici. C’è stato un massiccio spostamento a destra di tutto l’elettorato americano».
Il personaggio non rappresenta il prototipo di ogni virtù. Eppure ha raccolto una valanga di voti.
«Ripeto, è stato uno spostamento massiccio a destra dell’elettorato, dovuto a vari fattori. Il candidato Trump è riuscito a incarnare la protesta di tutti coloro che stavano male».
E’ una buona notizia per il mondo la vittoria di Trump?
«La notizia vera è che con Trump hanno vinto la Silicon Valley e le grandi industrie belliche e farmaceutiche, quelli che hanno fatto i miliardi con il Covid e poi con le guerre in corso. Gli Stati Uniti sono ormai egemonizzati da questi poteri forti, comandano loro».
Fatto sta che Trump ha stravinto le elezioni.
«Una vera catastrofe. Perché ha vinto la destra peggiore. E questo segna la debàcle di tutte le sinistre occidentali che si sono messe a fare politiche neoliberiste. I Clinton, i Blair, i Biden. Alla fine gli americani si sono stufati e hanno votato l’originale».
Quali sono le vere cause di questa svolta secondo lei?
«Con questi personaggi al governo nel frattempo il popolo si è incazzato. Dopo anni di demagogìa e di promesse a vuoto: il taglio del welfare, i salari che valgono sempre meno, la miseria e l’allarme sugli immigrati. Questo ha portato all’affermazione delle destre. E la colpa è di quei teste di cazzo, scrivi così, “teste di cazzo”! che non hanno capito niente: inseguono le politiche di destra invece dell’alternativa».
Cosa cambia adesso nella politica estera americana?
«Ci sono fili rossi nella politica estera americana. I democratici sono sempre più interventisti. Stiamo a vedere, forse ci saranno dei mutamenti di fronte. Inversioni di rotta totali sono difficili».
Le guerre finiranno, come ha promesso Trump?
«In Ucraina forse, ma sul fronte di Israele visto come roccaforte anti-Iran cambierà molto poco credo».
Anche questo colpa di Biden?
«Ma certo! Ha dimostrato la sua pochezza. Una carta che avevano non se la sono giocata. Dovevano imporre la pace, invece hanno continuato senza tattica né strategìa, lasciando continuare i massacri».
Kamala Harris forse non era la candidata giusta per battere Biden?
«Ma no, poveretta, era l’unica possibile invece. Una donna, nera, giovane, abbronzata come avrebbe detto Berlusconi. Dopo la sciagura di Biden poteva essere una buona carta. Ma è stata travolta da una tendenza sociale di fondo”.
L’economia non c’entra?
«Certo che c’entra. I poveri hanno votato Trump. Quando c’è crisi il popolo non fa la rivoluzione, fa vincere la destra. Ormai dovremmo averlo capito».
Da noi che succederà adesso?
«Ma niente…! Si metteranno a leccare il vincitore di turno, e avanti come prima».
Ci potrebbe essere il problema dei dazi e del blocco delle importazioni negli Usa.
«Si acuirà la competizione con la Cina, di sicuro. Sul resto non credo succederà granché».
L’economia allora non ne risente?
«Oggi in Borsa c’è stato il boom. Le grandi corporation festeggiano. Erano tutte al fianco di Trump. Del resto se Musk si è sbilanciato così non lo ha fatto per niente».
Cinque milioni di voti di differenza. Ma molti americani non sono andati a votare.
«Ma nemmeno io sarei andato! Questi hanno tenuto in piedi due guerre. Va bene i diritti, l’aborto, l’immigrazione… Ma hanno lasciato che procedessero i massacri dei palestinesi e in Ucraina come niente fosse. Anch’io avrei fatto una fatica del demonio ad andare a votare».
Il divario tra i due alla fine è grande.
«Trump ha vinto non solo negli Stati dove i repubblicani sono forti, ma anche in settori sociali che votavano tradizionalmente democratico, tra i giovani, le donne. Non c’è da stupirsi, il fenomeno riguarda tutto l’Occidente. Perché in Italia non è successo forse lo stesso?».
Come si fa allora ad arginare la destra?
«Si segue una politica alternativa a questa destra, non si può continuare a scimmiottarla».
Ci sono segnali di questo nel nostro Paese?
«Con Schlein qualcosa è cambiato. I Cinque Stelle sono in calo, ma non possiamo sperare che spariscano. Quei voti non andranno mai al Pd».
Ci aspettano quattro anni di sofferenza…?
«Perché prima invece…? Speriamo almeno che le grandi questioni siano affrontate con un po’ di buon senso».
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