Voto in Veneto e terzo mandato Ciriani: «Il candidato? Decideremo entro giugno»

Intervista al ministro dei Rapporti al Parlamento: «La data delle elezioni è una scelta politica, non conta il parere del Consiglio di Stato»

Carlo BertiniCarlo Bertini

«Per il momento, a quanto ne so, in Veneto si voterà in autunno, quindi entro giugno si dovrebbe decidere sulle candidature alle regionali. E sono certo che alla fine troveremo un accordo che soddisfi tutti». Dal tono con cui Luca Ciriani, ministro dei Rapporti col Parlamento, affronta uno dei nodi più spinosi della coalizione si capisce che l’umore nel governo è più alto dopo il buon risultato portato a casa dalla premier nel suo viaggio in Usa. Dopo la vittoria nella sua città, Pordenone, il ministro è soddisfatto, ma ancor di più dopo aver sentito dalla viva voce di Giorgia Meloni il resoconto fatto in Consiglio dei ministri di come è andato il colloquio con Trump.

Prima di arrivare al problema dei dazi, restiamo un momento sul territorio: cosa ci dice questo risultato nelle città del Friuli Venezia Giulia?

«Che in realtà il centrodestra soprattutto in questa parte d’Italia è composto da tanta gente in gamba con buone qualità professionali e politiche, che si occupa dei problemi delle persone e li risolve: noi abbiamo preso una città che era onestamente declassata e degradata e l'abbiamo totalmente rilanciata. Anche Monfalcone aveva i problemi di coabitazione tra italiani e stranieri che tutti conoscevano e che tutti volevano nascondere sotto il tappeto: qualcuno li ha affrontati, anche bruscamente, ma li ha affrontati. Quando si fa amministrazione bisogna ragionare e lavorare così. A destra c'è una capacità di guidare le realtà locali notevole».

Se il Fvg dovesse varare una norma per consentire il terzo mandato a Fedriga, il governo la impugnerà, anche se è una ragione a statuto speciale?

«Sarà interessante leggere le motivazioni della sentenza della Consulta che limita a due i mandati per le Regioni ordinarie. Comunque, si parla di un'ipotesi che al momento è solo astratta, perché, stando alle dichiarazioni, anche Forza Italia è contraria. Comunque, come ho detto anche a Fedriga, ci sono ancora tre anni e non è il caso di litigare su questa vicenda: ragioniamo insieme e vediamo qual è la strada più utile da percorrere. La questione del limite dei mandati non è una forzatura o una stranezza inventata, non può essere banalizzata. In tutte le democrazie ci sono i bilanciamenti e abbiamo introdotto i due mandati anche nel premierato».

Quindi non concorda con Calderoli che poiché i tre governatori leghisti del Nord risultano ai primi posti nel gradimento, bisogna decidere le candidature non in base ai sondaggi nazionali ma alle preferenze dei cittadini?

«Vero che loro sono bravi, anzi bravissimi, però il problema è ormai sciolto dalla Consulta. Ma ripeto: come sempre si ragionerà e si cercherà di trovare un equilibrio tra le richieste legittime dei governatori uscenti e quelle altrettanto legittime dei partiti».

Lei ha ribadito che Fdi ha diritto a esprimere un governatore del Nord, se non sarà il Veneto, sarà un’altra regione. Possibile sia la Lombardia?

«Diciamo così: noi siamo non solo il primo partito italiano, siamo il primo partito del Nord. Affermiamo un principio politico, quindi se non sarà la Lombardia, ci sarà qualche altra compensazione. Il quadro politico è profondamente cambiato negli ultimi 5 anni, il mio compito è dire attenzione che c'è da considerare il fatto che c’è un nuovo equilibrio nel centrodestra».

Quando affronterete il nodo delle candidature?

«Credo a breve, il tempo stringe: a parte qualche schermaglia locale non vedo grandi problemi, siamo sempre stati uniti e prima dell'estate va deciso tutto, di sicuro entro giugno. Troveremo un punto di convergenza».

Ritiene possibile andare al voto in Veneto nella primavera 2026?

«Al momento io non ho notizie in tal senso di norme ad hoc. Ho letto una dichiarazione di Zaia secondo cui deciderà il Consiglio di Stato, ma questa non è una decisione tecnica, bensì politica».

Quindi sarà possibile andare al voto in tutte le sei regioni lo stesso giorno?

«Politicamente sarebbe bello evitare che ogni settimana la gente vada al voto, ma l'anno scorso abbiamo tentato senza riuscirci: bisogna considerare che ci sono sensibilità ed esigenze politiche di ogni singola regione e dei governatori difficili da tenere insieme».

A proposito di voto, approverete la riforma della legge elettorale dei sindaci per evitare il ballottaggio in tempo per la tornata che si terrà anche a Venezia l’anno prossimo?

«Faremo un disegno di legge ordinario in tal senso e si procederà con i canali normali, ma l’intenzione è di riuscire ad approvarlo in tempo per le elezioni comunali del 2026. Non lo facciamo per calcoli elettorali a favore del centrodestra, ma perché il ballottaggio non funziona, vanno a votare in pochissimi».

Sull’Autonomia non si vedono grandi passi avanti. Cosa succede, i ministeri rallentano a dare i pareri richiesti?

«Aspettiamo il testo del ministro Calderoli, poi procederemo in Parlamento».

Se le riforme istituzionali non corrono, molti concordano però sul punto a favore segnato dalla premier in Usa: la Casa Bianca conferma che Trump verrà in Italia per un eventuale summit con l'Ue. C'è una data o un orizzonte temporale?

«Fazzolari ha parlato di giugno, l’orizzonte dovrebbe essere quello. Io però devo ribadire il fatto che l'idea che Trump venga a Roma a discutere di dazi conferma la centralità dell’Italia in questa vicenda».

Infatti da Bruxelles stanno chiedendo di farlo nella sede Ue questo summit...

«Eh sì, però la cosa importante per noi è che già è un successo enorme che sia passato il messaggio di cercare un accordo sui dazi con gli Usa, senza ingaggiare un braccio di ferro, linea portata avanti finora solo dall’Italia».

La premier appronterà con il ministro degli Esteri una strategia diplomatica per portare a casa questo summit, per costruire le condizioni per arrivarci?

«Non so dire i dettagli, ma ribadisco che è un grande risultato il fatto che Trump venga in un Paese che, secondo molti, era destinato a essere una specie di osservato speciale o di Calimero nel mondo, tale da dover subire un cordone sanitario. Beh, non è andata così».

Trump ha però ribadito che l'America sta facendo grossi affari grazie ai dazi e non ha dato segno di cambiare idea. Avete segnali diversi?

«No, però ha sospeso i dazi e ha detto che si troverà un accordo con l’Ue: un dato assolutamente nuovo che esce dalla riunione di Washington. Quindi, i dazi sono sospesi e la guerra commerciale pure. È un ottimo risultato». 

Riproduzione riservata © il Nord Est