Matteo Renzi: «I dazi sono una sciagura, il sovranismo fa male all’Italia»

ll senatore in Veneto per la presentazione del suo ultimo libro L’Influencer: «ll sovranismo fa male, serve unità europea». Sulla situazione dei mercati internazionali: «I dazi Usa cari a Salvini uccidono il Veneto e anche il made in Italy»

Enrico Ferro
Matteo Renzi alla presentazione del suo libro
Matteo Renzi alla presentazione del suo libro

Senatore Matteo Renzi, gli Stati Uniti mettono i dazi e l’Italia va in crisi. Il Nord Est è una delle aree più esposte. Cosa ne pensa?

«I dazi sono una sciagura per la nostra economia: resto sconcertato quando sento Matteo Salvini definirli una opportunità. Il sovranismo fa male all’Italia: alle imprese del Nord Est servono ponti, non muri. Noi abbiamo fatto industria 4.0 e il jobs act: la destra sovranista invece applaude chi colpisce il Made in Italy».

Come supererebbe il problema?

«Giorgia Meloni balbetta: la propaganda di Palazzo Chigi ha fatto credere che fra la premier e Donald Trump ci fosse un rapporto speciale, quando non è ancora stata ricevuta dal Presidente americano. La verità è che siamo isolati nel mondo e isolati in Ue. Ora dobbiamo reagire ai dazi uniti, come europei. E la reazione non può essere molle o ci faremo percepire ancora più deboli».

Quindi?

«L’Europa deve cambiare dal suo interno: l’iper regolamentazione, l’eccesso di burocrazia, l’ideologico green deal sono dazi che ci autoimponiamo. In questi giorni sarò in giro per il Nord Italia per incontrare le imprese e raccoglierne le istanze».

Cosa dovrebbe fare il Governo italiano, secondo lei?

«Meloni dovrebbe smettere di fare l’influencer e iniziare a governare. E liberarsi di una squadra imbarazzante. Via Lollobrigida e Urso, dentro ministri scelti dal mondo del lavoro. Basta amichettismo, largo alla competenza. Bisogna intervenire su transizione 5.0 che è ferma al palo, Pnrr, energia. E farlo al più presto».

All’orizzonte in Veneto ci sono le elezioni regionali e salvo colpi di scena non vedranno Luca Zaia candidato. Come vede questa sfida? Come si colloca Italia Viva?

«Italia Viva ha fatto una precisa scelta di campo: essere il centro che guarda a sinistra, una forza riformista all’interno del centrosinistra, a Roma come in Veneto».

Nel pre congresso della Lega a Padova Matteo Salvini ha detto che “autonomia è sovranismo”. Secondo lei stanno insieme questi due concetti?

«Sono l’uno l’opposto dell’altro. Ma Matteo Salvini ne dice una al giorno. È passato dal Leoncavallo all’internazionale sovranista, non mi sorprenderei se un giorno lo vedessimo fare l’attivista in una nave delle Ong».

Lei è d’accordo con il limite dei mandati per i governatori di regione?

«Penso che sia giusto discuterne».

Davvero dopo la rottura tra lei e Calenda è finito il terzo polo?

«Non è finito il terzo polo, si è imposto nei fatti il bipolarismo. Noi abbiamo scelto di essere il centro che guarda a sinistra. Carlo Calenda applaude Giorgia Meloni. Noi la contestiamo. Sta tutta qui la differenza. Altro che psicologia, la distanza è politica».

Il nuovo corso di Italia Viva?

«Di fronte al disastro di un governo di sovranisti che danneggia imprese e lavoratori, di una premier che passa dallo stare con Putin al sostenere Zelenski, da Biden a Trump, dal no all’Euro al sostegno ad Ursula von der Leyen, producendo come risultato l’irrilevanza dell’Italia, è necessario costruire un’alternativa».

Tornasse indietro nel tempo farebbe ancora il jobs act?

«Il jobs act ha creato oltre un milione di posti di lavoro, ha contribuito alla crescita e allo sviluppo: certo che lo rifarei».

Lei ha scritto il libro l’Influencer. Cosa vuole comunicare con questo saggio?

«L’Influencer racconta chi è davvero Giorgia Meloni: una premier che è la numero uno nel comunicare ma che non governa. Non c’è una riforma che abbia inciso in questi anni di governo».

Può fare qualche esempio?

Ha aumentato le pene ma la sicurezza è un problema nelle nostre città. Ha definito le tasse pizzo di Stato ma poi la pressione fiscale è aumentata al 42,6%. Si scagliava contro le accise e poi le ha aumentate sulla benzina e sul diesel, diceva di voler sostenere la famiglia e poi ha tassato i pannolini e i prodotti sull’infanzia. L’Influencer racconta tutto, con dati, fatti, testimonianze».

Ora però la premier ha promesso che toglierà il segreto di Stato dal “caso autogrill”: quel suo incontro nella piazzola di sosta con Marco Mancini, ripreso dalla famosa professoressa che passava di lì per caso. È soddisfatto?

«Vedremo se alle parole seguiranno i fatti, me lo auguro».

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