Salvini: «Veneto al voto nel 2026, e sarà Zaia a inaugurare le Olimpiadi a Cortina»

Intervista a tutto campo al ministro ai Trasporti e leader della Lega: l’autonomia differenziata, la tenuta del governo, le tensioni con la magistratura, i migranti e il caso Open Arms

Carlo BertiniCarlo Bertini
Matteo Salvini
Matteo Salvini

Ammette che «ogni sconfitta anche locale, va analizzata a fondo», ma fa notare che «il governo gode ancora di un forte consenso nazionale». Annuncia che proporrà di istituire un election day a marzo 2026 per unificare tutte le elezioni regionali (Veneto compreso) e comunali, in modo da scavallare le Olimpiadi Milano-Cortina, da far gestire a Luca Zaia. Chiarisce che tira dritto con l’Autonomia regionale, malgrado le obiezioni della Consulta, che saranno recepite dal Parlamento entro un paio di mesi.

Matteo Salvini mette molta carne al fuoco, ma una cosa da mettere bene in chiaro, per il ministro dei Trasporti, nonché segretario della Lega, è che “anche se mi condannano al processo Open Arms, il governo non rischia niente, io continuo a fare il ministro”.

Una cosa alla volta: è un segnale per il governo questa doppia sconfitta, specie quella in Umbria?

«No, sono stati voti locali su cui riflettere, come per la vittoria in Liguria, ma senza conseguenze di altro genere. Ogni sconfitta nella vita, come nello sport o nell’impresa, se analizzata a fondo e senza ipocrisia può essere la base per future vittorie».

Ma la Lega rispetto a cinque anni fa passa dal 32 al 5% in Emilia Romagna e dal 37 all’8% in Umbria, pur esprimendo il candidato. Che cosa è successo in queste regioni?

«Il paragone va fatto con le ultime elezioni, non con il mondo pre-Covid e pre-guerra. Il fatto che rispetto alle Europee la Lega in Umbria sia cresciuta e in Emilia Romagna calata deve far riflettere, anche sull’attività a livello locale. Il governo a livello nazionale gode sempre di ampia fiducia, nonostante la marea di scioperi di questi mesi e il vero e proprio boicottaggio da parte di pochi magistrati delle leggi per fermare ed espellere clandestini, due problemi non da poco. Ma stiamo lavorando per superare entrambi gli scogli».

Un altro brutto colpo sono state le censure della Consulta alla legge sull’Autonomia: quando verranno recepite le correzioni richieste?

«Subito dopo il varo della legge di bilancio, il Parlamento se ne occuperà, non possiamo far perdere altro tempo ai veneti che uscirono di casa per votare il referendum nel lontano 2017. Come ben specificato da Calderoli e Zaia, quando la gente comincerà a capire come gli cambia la vita con queste funzioni esercitate dalle regioni e quando anche i governatori di sinistra entreranno nel merito, sull’autonomia arriveranno i sì di tutti».

Calderoli ha ammesso gli errori fatti nella stesura della legge: forse avete fatto troppo in fretta questa legge senza ascoltare i consigli degli alleati? FI dice che i rilievi della Consulta sono gli stessi fatti da loro…

«Abbiamo ascoltato e coinvolto tutti, abbiamo trasformato promesse e programma elettorale in realtà, mantenendo la parola data a milioni di cittadini veneti e lombardi. Strano che qualcuno dica una cosa in Veneto e dica il contrario a Roma».

A proposito: quando deciderete il candidato governatore per il Veneto?

«Continuo a pensare che impedire ai cittadini di poter scegliere Zaia sia sbagliato e coltivo una residua speranza che anche per le Regioni non si cancelli la possibilità per i governatori bravi di presentarsi ancora davanti ai cittadini, anche se fino ad oggi tutti si sono detti contrari. Detto questo, poi sceglieremo insieme il candidato, noi avanzeremo le nostre proposte e FdI legittimamente le sue. Non Forza Italia, che è già abbondantemente rappresentata».

In ogni caso, sembra voglia far gestire le Olimpiadi a Zaia per capitalizzare poi il consenso alle regionali, giusto?

«Mi sembra anche corretto, visto che le ha gestite fin dall’inizio, così come mi sembrerebbe poco opportuno cambiare il presidente del Coni Malagò tre mesi prima di questo evento. Facciamogli concludere l’iter già avviato da loro. Poi, siccome il Veneto ospiterà le Olimpiadi e 3 miliardi di persone guarderanno cosa succede tra Milano e Cortina, fare una campagna elettorale il prossimo autunno, a tre mesi da un evento di portata mondiale, non ha senso: quindi proporrò un election day nella primavera 2026».

Poi, escludendo un suo terzo mandato, che ruolo avrà Zaia? Si parla di un incarico di livello a Roma…

«Luca è una risorsa eccezionale per il Veneto e per l’Italia, se gli fosse impedito di continuare a fare il governatore, per me sbagliando, potrebbe ambire a qualsiasi ruolo. Ci sentiamo spesso e ne parleremo insieme».

Un’ultima cosa su questo punto: come procedono le opere per le olimpiadi Milano-Cortina?

«Mi lasci dire che sulle Olimpiadi Milano Cortina, fortemente volute dalla Lega, stiamo rispettando le tempistiche nonostante troppo scetticismo iniziale. E il nostro impegno sul territorio è palpabile anche con le piccole cose: cito il nuovo commissariato di Bassano del Grappa finanziato dal Mit. Dove si lavora bene e compatti, come in Veneto o in Friuli Venezia Giulia grazie all’impegno di Alberto Stefani, Marco Dreosto, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga e di una classe dirigente leghista dinamica e concreta, aumentano voti, iscritti ed eletti».

Tema migranti: i numeri sono dalla vostra parte, ma anche gli elettori di destra certo non gradiscono tutte queste spese per trasportare in Albania un pugno di immigrati da rimpatriare. Vi pare un sistema studiato bene, al di là dello stop impresso dai giudici?

«Mi fido di quanto deciso dai miei colleghi di governo, la soluzione albanese è guardata con grande interesse anche all’estero. L’unica cosa che non funziona è certa magistratura italiana che fa opposizione politica e rende difficile espellere clandestini e delinquenti».

E arriviamo al nodo del processo Open Arms. Se condannato si dimetterebbe? Insomma, c’è un rischio per il governo?

«Rifarei con orgoglio tutto quello che ho fatto, difendere i confini non può essere un reato, se non per la sinistra in Parlamento e in tribunale. Il governo non rischierà nulla, e io continuerò in ogni caso a fare il mio lavoro, a sbloccare cantieri e terminare opere pubbliche».

Al Quirinale però non piace il clima di tensioni con i magistrati. Come giudica il messaggio di Mattarella sui limiti che ciascun potere dello Stato deve rispettare?

«Il Presidente si ascolta e non si commenta, spero che i pochi giudici con la tessera del Pd in tasca e la bandiera rossa in ufficio la smettano di fare politica sfruttando la toga».

Il Capo dello Stato ha fatto capire di saper stare al suo posto malgrado ciò che pensa. Non è un esempio da seguire?

«Il capo dello Stato è un arbitro, quindi è normale non indossare la maglia di una delle squadre come avvenuto troppo spesso in passato».

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