Lollobrigida difende il vino italiano: «Ci garantisce lunga vita»

Il ministro dell’Agricoltura intervenuto nella seconda giornata del Vinitaly: «Contrari alle proposte di etichette che vogliono condizionare i clienti»

Laura Berlinghieri
Il ministro Lollobrigida al Vinitaly
Il ministro Lollobrigida al Vinitaly

«L’Italia è la nazione più longeva d’Europa e noi italiani siamo la popolazione europea che beve più vino. Non sono sicuro che questi due fattori siano del tutto indipendenti. Sicuramente, la convivialità e la nostra cucina ci garantiscono questo successo, visto che dagli anni ’60 la durata media della vita degli italiani è aumentata di dieci anni. E, lo ricordo agli statunitensi, supera di otto anni la loro».

Rispolvera un suo vecchio cavallo di battaglia, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, intervenuto nella seconda giornata del Vinitaly, dopo l’intervento del commissario Ue dell’Agricoltura Christophe Hansen.

Questa volta, nessun riferimento ai presunti rischi per la salute, dovuti all’abuso di acqua. Ma la difesa a spada tratta di uno dei prodotti che sono fiore all’occhiello della nostra imprenditoria ed economia: il vino.

«È giusto che i consumatori siano informati a proposito di quello che bevono – dice Lollobrigida – Ma siamo del tutto contrari alle proposte di etichette che vogliono condizionare i clienti, dipingendo il vino come un prodotto dannoso, anche quando consumato nell’ambito di un’alimentazione regolata».

È una delle poche digressioni, nell’ambito di un’edizione altrimenti votata al timore per i dazi e poi alle contromisure da approntare, per cercare di salvare un’economia che altrimenti rischia di uscirne con le ossa rotte.

«Già arriviamo da un periodo molto duro, dovuto a condizioni climatiche estreme, Covid, guerre e cambio dei gusti dei consumatori. Adesso ci sono i dazi, per i quali soffriranno tutti: da questa e dall’altra parte dell’oceano» assicura Hansen, a Verona per la prima presentazione ufficiale del “pacchetto vino”, adottato lo scorso 28 marzo dalla Commissione Europea. Nuove misure per cercare di aiutare un settore altrimenti in crisi. E sul quale adesso si abbatte pure la scure del protezionismo di Donald Trump.

I produttori restano alla finestra, le istituzioni si dicono tutte pronte a intervenire, in aiuto dell’economia. Le ipotesi di soluzioni si rincorrono, le une diverse – talvolta, opposte – dalle altre.

«Dobbiamo lavorare per abbassare i dazi anche all’ingresso, e non alzarli – dice Marzia Varvaglione, presidente del Comitato degli imprenditori europei del vino – sperando che gli Stati Uniti decidano di abbassarli anche in uscita». Ma, almeno per adesso, il mondo sembra girare dal verso opposto.

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