Organoidi, l’ultima frontiera per anticipare le malattie
Piccoli organi creati in vitro partendo dalle cellule staminali pluripotenti del feto: le ricerche aprono nuove prospettive per diagnosi prenatali e terapie innovative

Seconda giornata ieri a Padova del World Health Forum Veneto, che quest’anno punta sul concetto di salute e della medicina di precisione. L’assessore alla sanità del Veneto Manuela Lanzarin, intervenendo al meeting, ha ricordato quanto l’evento sia stato fortemente voluto e sostenuto dalla Regione: «Vogliamo continuare a essere un’eccellenza nel sistema sanitario e la culla della medicina moderna. La seconda edizione guarda a temi come l’invecchiamento della popolazione e alle malattie croniche, tenendo in considerazione tutti gli aspetti che interagiscono tra di loro. Bene l’approccio multidisciplinare che mette in relazione lo studio scientifico con le implicazioni apportate dal mondo animale e dall’ambiente».
Tanti gli esperti italiani e internazionali che si sono susseguiti nella giornata, un focus speciale è stato quello sulla medicina molecolare e sugli organoidi: repliche in miniatura di organi e tessuti umani, derivanti da cellule pluripotenti. Spazio poi ad argomenti quali bioetica, medicina metabolica e nuove tecnologie.
«Abbiamo isolato cellule staminali dal liquido amniotico che sono in grado di formare organoidi, cioè piccoli organi che rappresentano quelli del feto – spiega Paolo de Coppi, docente al Great Ormond Institute of Child Health di Londra – Possiamo ricostruire in vitro un piccolo polmone dell’embrione che si sta sviluppando. Saremo quindi in grado, in un prossimo futuro, di dire ai genitori come funzioneranno questi organi, che durante la gravidanza non vengono utilizzati dal nascituro, visto che il feto riceve ossigeno e nutrimenti dalla placenta. In questo modo, in fase prenatale scopriremo eventuali patologie. E tutto questo permetterà, tra qualche anno, uno screening decisamente approfondito, superiore alla diagnostica per immagine».
Gli organoidi, quindi, saranno fondamentali per intervenire in caso di malformazioni sul feto e guarirlo da alcune patologie: «Diventeranno indispensabili per intercettare, ad esempio, l’ernia diaframmatica, un buco nel diaframma, cioè del muscolo che separa il torace dall’addome. Quando c’è questo difetto prenatale, l’intestino sale nel torace e comprime il polmone; nel 30% dei casi i feti non sopravvivono».
Di organoidi si sta occupando anche l’Istituto Veneto di Medicina Molecolare-Vimm, che ha sede sempre a Padova: «La nostra ricerca ci porterà a realizzare dei modelli di organi per riprodurre alcune caratteristiche del paziente e di coloro che si ammalano. La persona guarirà meglio e prima» spiega Nicola Elvassore, direttore scientifico del Vimm.
Gli organoidi sono quindi il nuovo futuro anche per la cura di alcune patologie: «Il forum sta portando molti scienziati a confrontarsi con tanti argomenti. L’idea di riprodurre in vitro un organo, un sistema modello per testare un farmaco o anticipare una patologia, è decisamente rivoluzionaria» aggiunge Giorgio Palù, virologo, docente emerito dell’ateneo e a capo del comitato scientifico del Forum.
«Avere un modello 3D, identico all’originale, per i medici sarà decisivo. In questi tre giorni, qui a Padova, stiamo assistendo a ricerche che cambieranno la medicina». L’incontro ha poi portato nel tardo pomeriggio ad analizzare gli effetti delle nuove tecnologie sulle case farmaceutiche.
Alla luce di queste scoperte, per il nostro Paese diventa prioritario creare nuove realtà economiche. In Italia, l’impresa biomedica produce attualmente 50 miliardi di fatturato. Oggi il forum si occuperà di virus e di Hiv, che ogni anno uccide quasi un milione di persone.
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