Concorso per lavorare al Casinò, è obbligatorio sapere il cinese
A Venezia, sette giocatori su dieci provengono dal paese asiatico. Selezione per gli addetti all’accoglienza. E il 29 c’è il Capodanno
Che cosa sarebbe il Casinò di Venezia senza i cinesi? La tendenza era chiara già quindici anni fa, quando l’allora amministratore delegato della Casa da Gioco, Vittorio Ravà, vedendo che su 900 mila giocatori 350 mila erano cinesi, decise di adeguare la politica aziendale alle mutate caratteristiche della clientela suggerendo l’apertura di una sala ristorante con menu cinese. Oggi i cinesi pesano, soprattutto pensando alla sede di Mestre, per circa il 70% degli incassi della società.
E se il 2024 si chiuderà con risultati record rispetto agli anni precedenti – il dato finale dovrebbe attestarsi intorno ai 117 milioni di euro, assicurando al bilancio del Comune di Venezia circa 20 milioni di euro – è soprattutto grazie alla clientela cinese che raggiunge la sede di Tessera un po’ da tutto il Nord Italia.
Uno scenario che non sembra destinato a mutare, quanto meno nei prossimi anni, e che ha portato il Casinò a prestare sempre più attenzione, anche nella gestione dei servizi, alla clientela cinese.
Nel 2022, per la prima volta, si sperimentò un bando per l’assunzione di personale addetto alla distribuzione delle tessere e a fornire informazioni che richiedeva, tra le competenze, la conoscenza della lingua cinese. Un progetto che fu realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Studi sull’Asia dell’Università Ca’ Foscari.
Oggi la conoscenza del cinese, per chi accoglie i clienti, è uno dei «requisiti essenziali» per l’ammissione alla procedura di selezione: «conoscenza della lingua cinese e inglese» si legge nell’avviso di selezione pubblicato nei giorni scorsi per addetti al controllo e rilascio tessere, informazioni e accoglimento clienti.
Molti giocatori cinesi, quando devono chiedere qualche informazione, si appoggiano a connazionali che meglio di loro parlano meglio l’italiano. Ma l’impiego di addetti capaci di parlare il mandarino – è la riflessione fatta al Casinò, frutto dell’esperienza di questi anni – è un segnale di attenzione e anche di accoglienza dal quale, ormai, è difficile prescindere.
Sono i numeri a raccontarlo. All’inizio i cinesi giocavano soprattutto alle slot machine, tanto che dieci anni fa tra le novità della casa da gioco vennero introdotte macchine con draghi, bamboo e fiori di loto impegnate a stuzzicare i giocatori più scaramantici con una pioggia di gettoni riportanti il numero 88, che per la tradizione cinese rappresenta la massima fortuna.
Oggi si vedono girare anche tra i tavoli da gioco. E tra i clienti di Ca’ Noghera ci sono non solo i cinesi che vivono in Italia, tra i quali molti imprenditori, ma anche turisti, se è vero che, come raccontò due anni fa l’Economist, l’80% dei cinesi che viaggia all’estero per la prima volta non rinuncia a visitare un Casinò. E così, in questo contesto, si prepara la festa per il Capodanno cinese: il 29 gennaio dalle 20 Ca’ Noghera ospiterà la tradizionale danza del leone e del dragone e verrà dato il benvenuto al nuovo anno del serpente. Con giochi dedicati al pubblico cinese e dolci della tradizione.
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